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AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
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Anna Laura
kucy1
Maestra Gabriella
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Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
http://leducatorecompetente.blogspot.com/
L'educatore a contatto con l'autismo nella prima infanzia
In questo blog mi piacerebbe parlare delle caratteristiche che dovrebbe avere un bravo educatore, in particolare delle sue competenze relative al trattamento di bambini austici nell'ambito della prima infanzia.
L'educatore a contatto con l'autismo nella prima infanzia
In questo blog mi piacerebbe parlare delle caratteristiche che dovrebbe avere un bravo educatore, in particolare delle sue competenze relative al trattamento di bambini austici nell'ambito della prima infanzia.
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
L’allievo con autismo a scuola:
come “facilitare” esperienze inclusive?
intervento di Lucio Cottini. Università di Udine
http://www.specialeautismo.it/servizi/gestionedocumentale/visualizzadocumento.aspx?ID=2068
come “facilitare” esperienze inclusive?
intervento di Lucio Cottini. Università di Udine
http://www.specialeautismo.it/servizi/gestionedocumentale/visualizzadocumento.aspx?ID=2068
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
I COMPORTAMENTI AUTOSTIMOLATORI - Traduzione da "A work in progress"...di Maria Cristina Bosco
I comportamenti autostimolatori sono una delle maggiori caratteristiche diagnostiche dell'autismo. Sono comportamenti stereotipati, ripetitivi, che non sembrano avere altra funzione se non una gratificazione sensoria. Ci sono tre ragioni per cui noi dobbiamo lavorare per ridurre le autostimolazioni:
1. esse interferiscono enormemente con l'attenzione
2. sono un grande rinforzo per il bambino che fa perdere di efficacia rinforzi più consoni
3. sono da stigmatizzare
Quando un individuo inizia un'autostimolazione, la sua attenzione è rivolta completamente a questa e non può registrare altre importanti informazioni. Questo interferisce enormemente con l'apprendimento. Siccome le autostimolazioni sono molto piacevoli e rinforzanti, è spesso difficile motivare il bambino a ridurle.
L'autostimolazione può coinvolgere qualunque dei cinque sensi e prendere molte forme. Una delle categorie maggiori sono i movimenti del corpo. Questi includono dondolii, movimenti delle mani, ruotare su se stessi. L'agitare le mani riguarda i movimenti del corpo, ma ha una addizionale componente che è la stimolazione visiva. Anche il fissare è una forma di stimolazione visiva, così come il guardare cose che si muovono lungo una linea visiva, come per esempio guardando attraverso i pali di una staccionata.
Una seconda categoria di autostimolazioni è l'usare oggetti con l'unico scopo di provocarsi una stimolazione sensoriale. Esempi comunemente osservati sono lo sbattere gli oggetti o i fogli di carta, ruotare le ruote di una macchinina, guardare scorrere l'acqua. Quando un bambino autistico interagisce con un giocattolo può sembrare che lui stia effettivamente giocando. Invece, possiamo notare che il giocattolo non viene usato nel suo uso proprio, come spingere una macchinina e fare finta di guidarla. L'uso ripetitivo degli oggetti, come lo sbatterli, può rientrare in questa categoria.
Un terzo tipo di autostimolazioni sono i rituali e le ossessioni. Questi possono essere molto vari. Sono esempi comuni allineare oggetti, tenerli in mano, indossare sempre gli stessi vestiti, parlare e riparlare dello stesso argomento (perseverazioni verbali), chiudere le porte, problemi ad accettare cambiamenti.
Questi comportamenti ossessivi interferiscono enormemente con le attività della vita quotidiana. Spesso diventano sempre più forti e radicati con il tempo e il bambino farà sempre più resistenza ad abbandonare queste ossessioni.
Molte persone, quando sono annoiate, intraprendono forme di autostimolazione , sognando ad occhi aperti, battendo i piedi, attorcigliando i capelli o giocando con una penna. La differenza, comunque, è che le persone "normali" sono capaci di continuare a prestare attenzione a quello che stanno facendo e le autostimolazioni sono molto più sottili (sono meno ripetitive e non sembrano inappropriate). Molto importante è il fatto che questo non è il solo o il più desiderato modo di ricevere gratificazioni. Molta gente riceve gratificazione dagli svaghi, dagli hobbies e dallo stare insieme con gli altri. Inoltre la maggior parte della gente può frenare le autostimolazioni quando produrrebbero una reazione sociale negativa.
Le autostimolazioni nei bambini autistici possono avvenire continuamente o in situazioni di noia o stress. L'abilità del bambino di fare attenzione mentre si autostimola è ridotta drasticamente. Spesso i bambini sono sospettati di avere problemi all'udito e alla vista perchè non sono capaci di rispondere. L'effetto sul bambino delle autostimolazioni può essere paragonato all'effetto di una droga. Più si autostimolerà, meno imparerà. E' importantissimo tenere sotto controllo questi comportamenti. Ci sono molte strategie che possono essere usate per ridurre e, speriamo, eliminare le interferenze con l'apprendimento
FUNZIONI DELLE AUTOSTIMOLAZIONI
Le autostimolazioni, così come i comportamenti distruttivi, hanno molteplici scopi. Come dice il nome stesso, il primo scopo di questo comportamento è fornire una autostimolazione. Gli autistici spesso non trovano la gente o l'ambiente interessante Intraprendere una autostimolazione è per loro una forma di ricevere gratificazione. Conseguentemente, quando sono annoiati o semplicemente non hanno qualcosa da fare, essi iniziano ad autostimolarsi. Fare questo è preferito al gioco o ai rapporti con gli altri.
Una seconda possibile funzione dell'autostimolazione è ridurre la tensione e lo stress. Per esempio si potranno osservare autostimolazioni durante un cambiamento, in una situazione caotica o dopo risposte non corrette. Il comportamento sembra servire ad calmarsi da soli, cercando di bloccare la fonte della frustrazione. Serve anche come segnale agli altri perchè riducano le domande, come richiesta di aiuto perché gli altri provvedano ad eliminare la fonte della frustrazione. Così le autostimolazioni potrebbero essere viste come una forma di prospettiva di adattamento del bambino e da premiare consistentemente.
Nel tempo le autostimolazioni diventano sempre più potenti. Diventa quindi molto difficile contenerle e sopprimerle. Nei bambini piccoli l'eliminazione del comportamento può essere un obiettivo realistico, ma con i più grandi può essere un obiettivo la riduzione. Entrambi i gruppi di età possono beneficiare del trasformare le autostimolazioni in comportamenti più consoni alla loro età. Naturalmente, più presto avviene l'intervento, maggiori saranno le possibilità di successo.
Come per ogni problema comportamentale, ci sono molte strategie che possono essere usate. Come discusso precedentemente, le procedure di modificazione comportamentale possono essere separate in strategie "proattive" e "reattive". Il più efficace approccio è una combinazione di entrambi. Le strategie proattive insegneranno comportamenti alternativi sostitutivi che sono designati a provvedere soddisfazione individuale simile alle autostimolazioni. Il metodo reattivo provvederà a ridurre le autostimolazioni con la riduzione o anche l'eliminazione del rinforzo che esse procurano al bambino chiedendo un prezzo e provvedendo a rinforzare altri comportamenti
PROCEDURE REATTIVE
IGNORARE SISTEMATICAMENTE
Generalmente le autostimolazioni sono esse stesse un rinforzo che il bambino si procura da solo. Il tuo bambino potrebbe essere molto felice se tu lo ignorassi, lasciandolo intraprendere in pace un’autostimolazione senza distrazioni. Ogni interferenza potrebbe essergli sgradita perché lo priverebbe del piacere dell'autostimolazione stessa. La gente molte volte equipara "ignorare" con "estinguere". Invece ignorare sistematicamente il comportamento autostimolatorio del bambino raramente è efficace nella riduzione o eliminazione dello stesso.
RINFORZO
Come tutti i problemi comportamentali, l'uso della procedura del rinforzo per ridurre le autostimolazioni è vitale. Ci sono molte procedure di rinforzo che possono essere appropriate per insegnare al bambino a intraprendere altri comportamenti più appropriati. Naturalmente ogni programma riduttivo DEVE essere usato in congiunzione con alcuni tipi di un programma differenziato di rinforzi.
PREVENIRE LA RISPOSTA
Fermare il comportamento immediatamente, dovunque avvenga, ridurrà o anche eliminerà il rinforzo. Siccome il comportamento autostimolatorio stesso èconsiderato dal bambino un rinforzo, in ogni secondo che in cui lui è occupato ad autostimolarsi, sarà per lui come ricevere un rinforzo. E' per lui come nutrirsi di zucchero! Il più velocemente il comportamento sarà bloccato, meno tempo il bambino spenderà ad autorinforzarsi.
La via per fermare il comportamento è molto importante. Come per la maggior parte dei comportamenti dovrai usare il metodo meno direttivo per fermarlo.
La seguente è una gerarchia di metodi che parte dal MENO direttivo fino al PIU' direttivo:
PAUSA
OCCHIATA
ESPRESSIONE DEL VISO
GESTO
PARZIALE AIUTO FISICO
COMPLETO AIUTO FISICO
AIUTO VERBALE
La ragione per cui bisogna tendere ad usare il minor aiuto è che sarà più facile eliminare il sostegno. Usando l'aiuto verbale per ricordare o per reprimere un’autostimolazione sarà più difficile eliminare l'aiuto che usando un gesto. Più indiretta sarà la procedura più facilmente si potrà eliminare il controllo esterno. Vi prego di notare che dirigere un comportamento, non necessariamente equivale ad essere invadenti. L'invadenza implica una violazione della libertà del bambino. Per esempio, una redirezione verbale non implica forza fisica. Comunque, l'aiuto verbale è molto difficile da eliminare e non lascia che il bambino diventi indipendente. L'aiuto verbale può essere usato quando il bambino è confuso o ha bisogno di informazioni sul comportamento che ci aspettiamo. Una volta che lui ha capito il concetto e cosa ci aspettiamo, questo aiuto non deve essere più usato. Ci sono ragioni importanti per usare il metodo meno intrusivo. Primo, esso riduce le probabilità di una prova di forza. Spesso, infatti, quando si usano metodi intrusivi, il bambino può essere spinto e provocato ad usare estreme misure di resistenza per vincere "la sua battaglia". Secondo, usando procedure non intrusive, è estremamente importante non richiamare l'attenzione degli altri a quanto sta accadendo. Quando lavoriamo in una situazione intrusiva, come un’aula o al parco, si dovrebbe sempre preferire richiamare la meno attenzione possibile sul bambino in modo che gli altri non lo identifichino e lo critichino.
Ricordate che è molto importante fermare il comportamento appena lo osservate. Sarebbe addirittura meglio stopparlo prima che avvenga, rompendo il circolo. Inizialmente si potrà usare un intervento più intrusivo, come un aiuto fisico, perché una procedura "sottile" non porterebbe al successo. Ma l'obiettivo deve essere sfumare rapidamente verso procedure meno direttive. Una volta che hai fermato il comportamento, è importante dirigere il bambino verso attività più appropriate. Appena il bambino esibisce il comportamento appropriato, provvedere a rinforzare adeguatamente premiando. Il premio deve essere tanto più incrementato quante più volte il bambino esibisce il comportamento appropriato.
RIDURRE IL VALORE- RINFORZO DELL'AUTOSTIMOLAZIONE
Ci sono molte strategie che possono essere usate per alterare la soddisfazione che il bambino prova autostimolandosi. Una procedura che si è rivelata essere efficace nel ridurre le autostimolazionei è l'uso delle autostimolazioni stesse come rinforzo. Nonostante questo possa sembrare strano, può servire allo scopo.Non solo servirà come potente rinforzo, ma gradualmente sarà ridotta la gratificazione che il bambino riceve dal comportamento.
Prima, tu puoi dare una limitata opportunità di autostimolarsi come premio per aver fatto qualcosa adeguatamente o per non essersi autostimolato. Devi usare l'autostimolazione per sviluppare comportamenti alternativi appropriati che ne prendano il posto. Usando questa procedura si otterrà un importante effetto: cambierete la natura del comportamento. L'autostimolazione, proprio per il suo carattere, è controllata internamente dal bambino. Quando invece si stabilisce una contingenza, starete prendendo il controllo del comportamento, alterandolo sottilmente, ponendo limiti e condizioni. Muovendo il controllo dall'interno all'esterno, si ottiene l'effetto di ridurre il valore di rinforzo dell'autostimolazione stessa. Gradualmente, potrete contenere il comportamento e ridurlo fortemente con la richiesta di periodi sempre più lunghi di non autostimolazione prima di ricevere il rinforzo.
CONTROLLO DELLO STIMOLO
Le procedure di controllo dello stimolo hanno lo scopo di creare situazioni ambientali che non provochino il comportamento autostimolatorio. Questo può essere ottenuto stabilendo una stanza della casa dove il bambino possa autostimolarsi o ore del giorno stabilite: permettendo che l'autostimolazione avvenga solo in situazioni controllate si porranno dei limiti anche al piacere dell'autostimolazione stessa. L'obiettivo deve essere ridurla fino all'eliminazione. Inizialmente si potrà, per esempio, stabilire che può accadere solo in soggiorno o in camera da letto e poi limitare solo alla camera da letto. Allo stesso modo potrete limitarla solo a determinati orari del giorno e gradualmente ridurli sempre più.
PROCEDURE PROATTIVE
La parte più importante di un piano efficace per ogni comportamento è insegnare una alternativa appropriata. Questo è in genere un processo lungo e noioso. Ma senza imparare comportamenti alternativi, il tuo bambino non potrà ottenere successo a lungo termine. Bisogna insegnare al bambino comportamenti appropriati e da noi desiderati altrimenti le autostimolazioni ritorneranno e si svilupperanno. Dato che le autostimolazioni sono un modo che il bambino usa per ricevere input sensoriali, insegnare a giocare, a sapere divertirsi e relazionarsi sarà un modo efficace per stabilire comportamenti consoni. Il bambino dovrà apprendere situazioni che lo gratifichino in modo da non volere intraprendere una autostimolazione. Insegnare al bambino un’appropriata via di far fronte alla frustrazione può essere anche un modo di ridurre le autostimolazioni. Per ridurre le frustrazioni si possono ridurre le situazioni dove capitano le autostimolazioni. Per esempio alcuni bambini si autostimolano quando non sanno come rispondere. Insegnando loro a spiegare che non conoscono la risposta o che sono confusi, attraverso la comunicazione verbale o non verbale, ci darà come risultato una loro minore necessità di autostimolarsi.
PRATICAMENTE
Ridurre le autostimolazioni sarà uno dei più importanti cambiamenti. Preoccuparsi di controllare il bambino tutto il giorno richiederà un grande sacrificio tuo e di tutta la famiglia. Ma è preferibile seguire un programma con precisione per un periodo inferiore, piuttosto che essere più tolleranti per un periodo lunghissimo. E' quindi importante che si identifichi quanto a lungo e in quali condizioni si può seguire il programma. Il bambino dovrà imparare le situazioni in cui il comportamento non è assolutamente accettato. Naturalmente dovrà sapere che ci sono momenti in cui può autostimolarsi.
Anche se l'obiettivo deve essere quello di eliminare completamente le autostimolazioni, il miglior approccio deve essere coronato dal successo tuo e del bambino.
DI PIU’ NON E' NECESSARIAMENTE MEGLIO!!!
MORE IS NOT NECESSARILY BETTER!!!
I comportamenti autostimolatori sono una delle maggiori caratteristiche diagnostiche dell'autismo. Sono comportamenti stereotipati, ripetitivi, che non sembrano avere altra funzione se non una gratificazione sensoria. Ci sono tre ragioni per cui noi dobbiamo lavorare per ridurre le autostimolazioni:
1. esse interferiscono enormemente con l'attenzione
2. sono un grande rinforzo per il bambino che fa perdere di efficacia rinforzi più consoni
3. sono da stigmatizzare
Quando un individuo inizia un'autostimolazione, la sua attenzione è rivolta completamente a questa e non può registrare altre importanti informazioni. Questo interferisce enormemente con l'apprendimento. Siccome le autostimolazioni sono molto piacevoli e rinforzanti, è spesso difficile motivare il bambino a ridurle.
L'autostimolazione può coinvolgere qualunque dei cinque sensi e prendere molte forme. Una delle categorie maggiori sono i movimenti del corpo. Questi includono dondolii, movimenti delle mani, ruotare su se stessi. L'agitare le mani riguarda i movimenti del corpo, ma ha una addizionale componente che è la stimolazione visiva. Anche il fissare è una forma di stimolazione visiva, così come il guardare cose che si muovono lungo una linea visiva, come per esempio guardando attraverso i pali di una staccionata.
Una seconda categoria di autostimolazioni è l'usare oggetti con l'unico scopo di provocarsi una stimolazione sensoriale. Esempi comunemente osservati sono lo sbattere gli oggetti o i fogli di carta, ruotare le ruote di una macchinina, guardare scorrere l'acqua. Quando un bambino autistico interagisce con un giocattolo può sembrare che lui stia effettivamente giocando. Invece, possiamo notare che il giocattolo non viene usato nel suo uso proprio, come spingere una macchinina e fare finta di guidarla. L'uso ripetitivo degli oggetti, come lo sbatterli, può rientrare in questa categoria.
Un terzo tipo di autostimolazioni sono i rituali e le ossessioni. Questi possono essere molto vari. Sono esempi comuni allineare oggetti, tenerli in mano, indossare sempre gli stessi vestiti, parlare e riparlare dello stesso argomento (perseverazioni verbali), chiudere le porte, problemi ad accettare cambiamenti.
Questi comportamenti ossessivi interferiscono enormemente con le attività della vita quotidiana. Spesso diventano sempre più forti e radicati con il tempo e il bambino farà sempre più resistenza ad abbandonare queste ossessioni.
Molte persone, quando sono annoiate, intraprendono forme di autostimolazione , sognando ad occhi aperti, battendo i piedi, attorcigliando i capelli o giocando con una penna. La differenza, comunque, è che le persone "normali" sono capaci di continuare a prestare attenzione a quello che stanno facendo e le autostimolazioni sono molto più sottili (sono meno ripetitive e non sembrano inappropriate). Molto importante è il fatto che questo non è il solo o il più desiderato modo di ricevere gratificazioni. Molta gente riceve gratificazione dagli svaghi, dagli hobbies e dallo stare insieme con gli altri. Inoltre la maggior parte della gente può frenare le autostimolazioni quando produrrebbero una reazione sociale negativa.
Le autostimolazioni nei bambini autistici possono avvenire continuamente o in situazioni di noia o stress. L'abilità del bambino di fare attenzione mentre si autostimola è ridotta drasticamente. Spesso i bambini sono sospettati di avere problemi all'udito e alla vista perchè non sono capaci di rispondere. L'effetto sul bambino delle autostimolazioni può essere paragonato all'effetto di una droga. Più si autostimolerà, meno imparerà. E' importantissimo tenere sotto controllo questi comportamenti. Ci sono molte strategie che possono essere usate per ridurre e, speriamo, eliminare le interferenze con l'apprendimento
FUNZIONI DELLE AUTOSTIMOLAZIONI
Le autostimolazioni, così come i comportamenti distruttivi, hanno molteplici scopi. Come dice il nome stesso, il primo scopo di questo comportamento è fornire una autostimolazione. Gli autistici spesso non trovano la gente o l'ambiente interessante Intraprendere una autostimolazione è per loro una forma di ricevere gratificazione. Conseguentemente, quando sono annoiati o semplicemente non hanno qualcosa da fare, essi iniziano ad autostimolarsi. Fare questo è preferito al gioco o ai rapporti con gli altri.
Una seconda possibile funzione dell'autostimolazione è ridurre la tensione e lo stress. Per esempio si potranno osservare autostimolazioni durante un cambiamento, in una situazione caotica o dopo risposte non corrette. Il comportamento sembra servire ad calmarsi da soli, cercando di bloccare la fonte della frustrazione. Serve anche come segnale agli altri perchè riducano le domande, come richiesta di aiuto perché gli altri provvedano ad eliminare la fonte della frustrazione. Così le autostimolazioni potrebbero essere viste come una forma di prospettiva di adattamento del bambino e da premiare consistentemente.
Nel tempo le autostimolazioni diventano sempre più potenti. Diventa quindi molto difficile contenerle e sopprimerle. Nei bambini piccoli l'eliminazione del comportamento può essere un obiettivo realistico, ma con i più grandi può essere un obiettivo la riduzione. Entrambi i gruppi di età possono beneficiare del trasformare le autostimolazioni in comportamenti più consoni alla loro età. Naturalmente, più presto avviene l'intervento, maggiori saranno le possibilità di successo.
Come per ogni problema comportamentale, ci sono molte strategie che possono essere usate. Come discusso precedentemente, le procedure di modificazione comportamentale possono essere separate in strategie "proattive" e "reattive". Il più efficace approccio è una combinazione di entrambi. Le strategie proattive insegneranno comportamenti alternativi sostitutivi che sono designati a provvedere soddisfazione individuale simile alle autostimolazioni. Il metodo reattivo provvederà a ridurre le autostimolazioni con la riduzione o anche l'eliminazione del rinforzo che esse procurano al bambino chiedendo un prezzo e provvedendo a rinforzare altri comportamenti
PROCEDURE REATTIVE
IGNORARE SISTEMATICAMENTE
Generalmente le autostimolazioni sono esse stesse un rinforzo che il bambino si procura da solo. Il tuo bambino potrebbe essere molto felice se tu lo ignorassi, lasciandolo intraprendere in pace un’autostimolazione senza distrazioni. Ogni interferenza potrebbe essergli sgradita perché lo priverebbe del piacere dell'autostimolazione stessa. La gente molte volte equipara "ignorare" con "estinguere". Invece ignorare sistematicamente il comportamento autostimolatorio del bambino raramente è efficace nella riduzione o eliminazione dello stesso.
RINFORZO
Come tutti i problemi comportamentali, l'uso della procedura del rinforzo per ridurre le autostimolazioni è vitale. Ci sono molte procedure di rinforzo che possono essere appropriate per insegnare al bambino a intraprendere altri comportamenti più appropriati. Naturalmente ogni programma riduttivo DEVE essere usato in congiunzione con alcuni tipi di un programma differenziato di rinforzi.
PREVENIRE LA RISPOSTA
Fermare il comportamento immediatamente, dovunque avvenga, ridurrà o anche eliminerà il rinforzo. Siccome il comportamento autostimolatorio stesso èconsiderato dal bambino un rinforzo, in ogni secondo che in cui lui è occupato ad autostimolarsi, sarà per lui come ricevere un rinforzo. E' per lui come nutrirsi di zucchero! Il più velocemente il comportamento sarà bloccato, meno tempo il bambino spenderà ad autorinforzarsi.
La via per fermare il comportamento è molto importante. Come per la maggior parte dei comportamenti dovrai usare il metodo meno direttivo per fermarlo.
La seguente è una gerarchia di metodi che parte dal MENO direttivo fino al PIU' direttivo:
PAUSA
OCCHIATA
ESPRESSIONE DEL VISO
GESTO
PARZIALE AIUTO FISICO
COMPLETO AIUTO FISICO
AIUTO VERBALE
La ragione per cui bisogna tendere ad usare il minor aiuto è che sarà più facile eliminare il sostegno. Usando l'aiuto verbale per ricordare o per reprimere un’autostimolazione sarà più difficile eliminare l'aiuto che usando un gesto. Più indiretta sarà la procedura più facilmente si potrà eliminare il controllo esterno. Vi prego di notare che dirigere un comportamento, non necessariamente equivale ad essere invadenti. L'invadenza implica una violazione della libertà del bambino. Per esempio, una redirezione verbale non implica forza fisica. Comunque, l'aiuto verbale è molto difficile da eliminare e non lascia che il bambino diventi indipendente. L'aiuto verbale può essere usato quando il bambino è confuso o ha bisogno di informazioni sul comportamento che ci aspettiamo. Una volta che lui ha capito il concetto e cosa ci aspettiamo, questo aiuto non deve essere più usato. Ci sono ragioni importanti per usare il metodo meno intrusivo. Primo, esso riduce le probabilità di una prova di forza. Spesso, infatti, quando si usano metodi intrusivi, il bambino può essere spinto e provocato ad usare estreme misure di resistenza per vincere "la sua battaglia". Secondo, usando procedure non intrusive, è estremamente importante non richiamare l'attenzione degli altri a quanto sta accadendo. Quando lavoriamo in una situazione intrusiva, come un’aula o al parco, si dovrebbe sempre preferire richiamare la meno attenzione possibile sul bambino in modo che gli altri non lo identifichino e lo critichino.
Ricordate che è molto importante fermare il comportamento appena lo osservate. Sarebbe addirittura meglio stopparlo prima che avvenga, rompendo il circolo. Inizialmente si potrà usare un intervento più intrusivo, come un aiuto fisico, perché una procedura "sottile" non porterebbe al successo. Ma l'obiettivo deve essere sfumare rapidamente verso procedure meno direttive. Una volta che hai fermato il comportamento, è importante dirigere il bambino verso attività più appropriate. Appena il bambino esibisce il comportamento appropriato, provvedere a rinforzare adeguatamente premiando. Il premio deve essere tanto più incrementato quante più volte il bambino esibisce il comportamento appropriato.
RIDURRE IL VALORE- RINFORZO DELL'AUTOSTIMOLAZIONE
Ci sono molte strategie che possono essere usate per alterare la soddisfazione che il bambino prova autostimolandosi. Una procedura che si è rivelata essere efficace nel ridurre le autostimolazionei è l'uso delle autostimolazioni stesse come rinforzo. Nonostante questo possa sembrare strano, può servire allo scopo.Non solo servirà come potente rinforzo, ma gradualmente sarà ridotta la gratificazione che il bambino riceve dal comportamento.
Prima, tu puoi dare una limitata opportunità di autostimolarsi come premio per aver fatto qualcosa adeguatamente o per non essersi autostimolato. Devi usare l'autostimolazione per sviluppare comportamenti alternativi appropriati che ne prendano il posto. Usando questa procedura si otterrà un importante effetto: cambierete la natura del comportamento. L'autostimolazione, proprio per il suo carattere, è controllata internamente dal bambino. Quando invece si stabilisce una contingenza, starete prendendo il controllo del comportamento, alterandolo sottilmente, ponendo limiti e condizioni. Muovendo il controllo dall'interno all'esterno, si ottiene l'effetto di ridurre il valore di rinforzo dell'autostimolazione stessa. Gradualmente, potrete contenere il comportamento e ridurlo fortemente con la richiesta di periodi sempre più lunghi di non autostimolazione prima di ricevere il rinforzo.
CONTROLLO DELLO STIMOLO
Le procedure di controllo dello stimolo hanno lo scopo di creare situazioni ambientali che non provochino il comportamento autostimolatorio. Questo può essere ottenuto stabilendo una stanza della casa dove il bambino possa autostimolarsi o ore del giorno stabilite: permettendo che l'autostimolazione avvenga solo in situazioni controllate si porranno dei limiti anche al piacere dell'autostimolazione stessa. L'obiettivo deve essere ridurla fino all'eliminazione. Inizialmente si potrà, per esempio, stabilire che può accadere solo in soggiorno o in camera da letto e poi limitare solo alla camera da letto. Allo stesso modo potrete limitarla solo a determinati orari del giorno e gradualmente ridurli sempre più.
PROCEDURE PROATTIVE
La parte più importante di un piano efficace per ogni comportamento è insegnare una alternativa appropriata. Questo è in genere un processo lungo e noioso. Ma senza imparare comportamenti alternativi, il tuo bambino non potrà ottenere successo a lungo termine. Bisogna insegnare al bambino comportamenti appropriati e da noi desiderati altrimenti le autostimolazioni ritorneranno e si svilupperanno. Dato che le autostimolazioni sono un modo che il bambino usa per ricevere input sensoriali, insegnare a giocare, a sapere divertirsi e relazionarsi sarà un modo efficace per stabilire comportamenti consoni. Il bambino dovrà apprendere situazioni che lo gratifichino in modo da non volere intraprendere una autostimolazione. Insegnare al bambino un’appropriata via di far fronte alla frustrazione può essere anche un modo di ridurre le autostimolazioni. Per ridurre le frustrazioni si possono ridurre le situazioni dove capitano le autostimolazioni. Per esempio alcuni bambini si autostimolano quando non sanno come rispondere. Insegnando loro a spiegare che non conoscono la risposta o che sono confusi, attraverso la comunicazione verbale o non verbale, ci darà come risultato una loro minore necessità di autostimolarsi.
PRATICAMENTE
Ridurre le autostimolazioni sarà uno dei più importanti cambiamenti. Preoccuparsi di controllare il bambino tutto il giorno richiederà un grande sacrificio tuo e di tutta la famiglia. Ma è preferibile seguire un programma con precisione per un periodo inferiore, piuttosto che essere più tolleranti per un periodo lunghissimo. E' quindi importante che si identifichi quanto a lungo e in quali condizioni si può seguire il programma. Il bambino dovrà imparare le situazioni in cui il comportamento non è assolutamente accettato. Naturalmente dovrà sapere che ci sono momenti in cui può autostimolarsi.
Anche se l'obiettivo deve essere quello di eliminare completamente le autostimolazioni, il miglior approccio deve essere coronato dal successo tuo e del bambino.
DI PIU’ NON E' NECESSARIAMENTE MEGLIO!!!
MORE IS NOT NECESSARILY BETTER!!!
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
materiale vario
http://www.specialeautismo.it/servizi/menu/dinamica.aspx?idArea=17063&idCat=17954&ID=17954&TipoElemento=categoria
http://www.specialeautismo.it/servizi/menu/dinamica.aspx?idArea=17063&idCat=17954&ID=17954&TipoElemento=categoria
kucy1- Millenium member
- Numero di messaggi : 576
Data d'iscrizione : 25.11.08
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
Dispensa :
“Integrazione del bambino con autismo: un approccio positivo nella pratica quotidiana”
dicembre 2005 – gennaio 2006
Relatore: Arnaldo Parrino
http://www.icdegasperi.it/sussidi/materiale_alunni_diversamente%20_abili/schede%20_teoriche%20_06-7/5_disturbi_%20specifici/dispensa%20_2006autismo.doc
“Integrazione del bambino con autismo: un approccio positivo nella pratica quotidiana”
dicembre 2005 – gennaio 2006
Relatore: Arnaldo Parrino
http://www.icdegasperi.it/sussidi/materiale_alunni_diversamente%20_abili/schede%20_teoriche%20_06-7/5_disturbi_%20specifici/dispensa%20_2006autismo.doc
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
TEACCH
http://picasaweb.google.com/Ceylla/AtividadesJogosTEACCH#
http://picasaweb.google.com/Ceylla/AtividadesJogosTEACCH#
kucy1- Millenium member
- Numero di messaggi : 576
Data d'iscrizione : 25.11.08
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
http://www.trasversalia.org/files/tesi1.pdf
UN ALLIEVO SPECIALE
tesi SSIS
UN ALLIEVO SPECIALE
tesi SSIS
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
http://www.nonsolonumeri.altervista.org/autismo/manualicorsi/manualeautismo.pdf
AUTISMO: Manuale di consultazione
L Aloisi, S Calsabianca, C Cutaia, T Gabrielli - nonsolonumeri.altervista.org
Opuscolo informativo per medici, ricercatori, psicologi, logopedisti, terapisti, familiari, politici
e per tutti coloro che amano le persone con Autismo
AUTISMO: Manuale di consultazione
L Aloisi, S Calsabianca, C Cutaia, T Gabrielli - nonsolonumeri.altervista.org
Opuscolo informativo per medici, ricercatori, psicologi, logopedisti, terapisti, familiari, politici
e per tutti coloro che amano le persone con Autismo
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
INSEGNARE AI GENITORI LE ABILITA' NECESSARIE PER EDUCARE UN BAMBINO CON DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO
http://www.laboratoriopsicoeducativo.it/cornice/insegnare_genitori.htm
http://www.laboratoriopsicoeducativo.it/cornice/insegnare_genitori.htm
Ultima modifica di Maestra Gabriella il Sab Nov 12, 2011 8:21 pm - modificato 1 volta. (Motivazione : reso link attivo)
kucy1- Millenium member
- Numero di messaggi : 576
Data d'iscrizione : 25.11.08
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
http://gold.indire.it/datafiles/BDP-GOLD0000000000239C22/MANUALE_GOLD%20v1A.pdf
Insegnante: BONATO SUSANNA
Direzione Didattica di Marostica – via Dalle Laste – MAROSTICA (VI)
INTRODUZIONE
PARTE PRIMA : ANALISI DEL CASO E PROGETTO PEDAGOGICO -AUTISMO E
COMUNICAZIONE.
ANALISI DEL CASO
1.1 LA FORMULA FONDAMENTALE E IL MODELLO PEDAGOGICO DI RIFERIMENTO
1.2 OSSERVAZIONE
1.3 ANALISI DEL CASO SECONDO LA FORMULA FONDAMENTALE
1.4 APPROFONDIMENTO TEORICO SULL’AUTISMO
1.5 IL PROFILO DI VALUTAZIONE DELLA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA E
ALTERNATIVA
1.6 LA COMUNICAZIONE FACILITATA
1.7 IL PROGETTO PEDAGOGICO
1.8 LE MAPPE
1.9 INDIVIDUAZIONE DELLE DISPOSIZIONI DA ASSUMERE A FINALITA’ NELLE
DIVERSE AREE
1.9.1 SCELTA MOTIVATA DI UNA DISPOSIZIONE DA ASSUMERE A FINALITA’
1.9.2 MAPPA LOGICO DISPOSIZIONALE PER LA CLASSE.
1.9.3 MAPPA LOGICO DISPOSIZIONALE PER L’ALUNNO
1.9.4 CATENE ATTUATIVE E UNITA’ DIDATTICHE
1.9.5 IPOTESI DI UNITA’ DIDATTICA
1.9.6 MODALITA’ E PROVE DI VERIFICA
PARTE SECONDA : STRUMENTI E METODI DI LAVORO
2.1 COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA
2.2 CARTA DEI DIRITTI ALLA COMUNICAZIONE
2.3 PERCORSI DI CCA
2.4 SISTEMI DI CAA.
2.5 LE TECNICHE COGNITIVO COMPORTAMENTALI
2.6 PECS: CARATTERISTICHE
Fase 1 : lo scambio fisico
Fase 2 : aumentare la spontaneità
Fase III: la discriminazione del simbolo
Fase IV: la costruzione della frase
Fase V - Rispondere
Fase VI - Commentare
Programmi vari
2.7 RISULTATI SULL’UTILIZZO E SULL’EFFICACIA
2.7.1 L’apprendimento del sistema PECS e di strategie visive per la comunicazione:
2.8 ABC… DELLA CONDUZIONE DEL COMPORTAMENTO
2.9 STRUMENTI PER L’ASSESSMENT
2.9.1 ABC
2.9.2 Analisi funzionale del comportamento
2.9.3 Come diventare un partner comunicativo migliore con le strategie visive per la
comunicazione
2.9.4 La gestualità
2.10 PER CONCLUDERE
2.11 LA STRUTTURAZIONE DELL’AMBIENTE FISICO
2.12 LABORATORIO SENSORIALE COME ULTERIORE STRUMENTO ALTERNATIVO PER LA
COMUNICAZIONE
2.13 CURA DI SOPRAVVIVENZA
2.13.1 Stadio di sopravvivenza
2.13.2 Cura Centrale
PARTE TERZA : STRUMENTI E METODI DI LAVORO
3.1 LINEE GUIDA DELLA COMUNICAZIONE FACILITATA
3.2 STRUMENTI INFORMATICI
3.3 STRUMENTI CARTACEI
3.3.1 Strumenti cartacei per la comprensione linguistica
3.3.2 Strumenti cartacei per la comprensione matematica
3.3.3 Schede predisposte
3.3.4 Impiego di smiles ed altro.
3.4 MUSICA E FORMAZIONE
3.4.1 Definizioni
3.4.2 Musica e armonia
3.4.3 Intervento Musicale nella didattica
3.4.4 Esperienze sul campo
PARTE QUARTA: ESERCIZI
4.1 ACCOGLIENZA
4.2 RIFLESSIONE E COMPRENSIONE
4.3 MATEMATICA
INTERVENTI SENSORIALI
PARTE QUINTA: VERIFICA E VALUTAZIONE - L’INSEGNANTE E L’INTEGRAZIONE
5.1 VERIFICA E VALUTAZIONE
5.2 L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO PROMOTORE DELL’INTEGRAZIONE
CONSIDERAZIONE CONCLUSIVA E CONGEDO
BIBLIOGRAFIA
Insegnante: BONATO SUSANNA
Direzione Didattica di Marostica – via Dalle Laste – MAROSTICA (VI)
INTRODUZIONE
PARTE PRIMA : ANALISI DEL CASO E PROGETTO PEDAGOGICO -AUTISMO E
COMUNICAZIONE.
ANALISI DEL CASO
1.1 LA FORMULA FONDAMENTALE E IL MODELLO PEDAGOGICO DI RIFERIMENTO
1.2 OSSERVAZIONE
1.3 ANALISI DEL CASO SECONDO LA FORMULA FONDAMENTALE
1.4 APPROFONDIMENTO TEORICO SULL’AUTISMO
1.5 IL PROFILO DI VALUTAZIONE DELLA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA E
ALTERNATIVA
1.6 LA COMUNICAZIONE FACILITATA
1.7 IL PROGETTO PEDAGOGICO
1.8 LE MAPPE
1.9 INDIVIDUAZIONE DELLE DISPOSIZIONI DA ASSUMERE A FINALITA’ NELLE
DIVERSE AREE
1.9.1 SCELTA MOTIVATA DI UNA DISPOSIZIONE DA ASSUMERE A FINALITA’
1.9.2 MAPPA LOGICO DISPOSIZIONALE PER LA CLASSE.
1.9.3 MAPPA LOGICO DISPOSIZIONALE PER L’ALUNNO
1.9.4 CATENE ATTUATIVE E UNITA’ DIDATTICHE
1.9.5 IPOTESI DI UNITA’ DIDATTICA
1.9.6 MODALITA’ E PROVE DI VERIFICA
PARTE SECONDA : STRUMENTI E METODI DI LAVORO
2.1 COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA
2.2 CARTA DEI DIRITTI ALLA COMUNICAZIONE
2.3 PERCORSI DI CCA
2.4 SISTEMI DI CAA.
2.5 LE TECNICHE COGNITIVO COMPORTAMENTALI
2.6 PECS: CARATTERISTICHE
Fase 1 : lo scambio fisico
Fase 2 : aumentare la spontaneità
Fase III: la discriminazione del simbolo
Fase IV: la costruzione della frase
Fase V - Rispondere
Fase VI - Commentare
Programmi vari
2.7 RISULTATI SULL’UTILIZZO E SULL’EFFICACIA
2.7.1 L’apprendimento del sistema PECS e di strategie visive per la comunicazione:
2.8 ABC… DELLA CONDUZIONE DEL COMPORTAMENTO
2.9 STRUMENTI PER L’ASSESSMENT
2.9.1 ABC
2.9.2 Analisi funzionale del comportamento
2.9.3 Come diventare un partner comunicativo migliore con le strategie visive per la
comunicazione
2.9.4 La gestualità
2.10 PER CONCLUDERE
2.11 LA STRUTTURAZIONE DELL’AMBIENTE FISICO
2.12 LABORATORIO SENSORIALE COME ULTERIORE STRUMENTO ALTERNATIVO PER LA
COMUNICAZIONE
2.13 CURA DI SOPRAVVIVENZA
2.13.1 Stadio di sopravvivenza
2.13.2 Cura Centrale
PARTE TERZA : STRUMENTI E METODI DI LAVORO
3.1 LINEE GUIDA DELLA COMUNICAZIONE FACILITATA
3.2 STRUMENTI INFORMATICI
3.3 STRUMENTI CARTACEI
3.3.1 Strumenti cartacei per la comprensione linguistica
3.3.2 Strumenti cartacei per la comprensione matematica
3.3.3 Schede predisposte
3.3.4 Impiego di smiles ed altro.
3.4 MUSICA E FORMAZIONE
3.4.1 Definizioni
3.4.2 Musica e armonia
3.4.3 Intervento Musicale nella didattica
3.4.4 Esperienze sul campo
PARTE QUARTA: ESERCIZI
4.1 ACCOGLIENZA
4.2 RIFLESSIONE E COMPRENSIONE
4.3 MATEMATICA
INTERVENTI SENSORIALI
PARTE QUINTA: VERIFICA E VALUTAZIONE - L’INSEGNANTE E L’INTEGRAZIONE
5.1 VERIFICA E VALUTAZIONE
5.2 L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO PROMOTORE DELL’INTEGRAZIONE
CONSIDERAZIONE CONCLUSIVA E CONGEDO
BIBLIOGRAFIA
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
IDEE PER L'AULA :
http://www.diversamenteonlus.org/index_file/Scuola.PDF
http://www.diversamenteonlus.org/index_file/Scuola.PDF
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
http://autismoeamore.wordpress.com/
Un blog per chi vive l'autismo con il cuore
dal blog :
Benvenuti in questo nuovo piccolo blog!
Mi sono chiesta per tanto tempo se si sentisse la necessità di un nuovo blog che parla di autismo, e poi mi sono detta, “di autismo non si parla mai abbastanza” ed eccoci qui.
Questo sarà un blog soprattutto per le famiglie, che con l’autismo ci vivono e ci “lavorano” 365 giorni l’anno!
Ma anche per insegnanti, educatori ed assistenti che hanno tanto a cuore i nostri bimbi.
Raccoglierò qui sentimenti, gioie, delusioni…ma anche lavoro, idee, link, letture e quant’altro possa essere utile a chi come noi si ritroverà suo malgrado catapultato in questo mondo.
Io mi chiamo Debora, ho 41 anni…e sono la mamma felice di uno splendido bimbo nato nel dicembre 2006, da un anno ormai abbiamo la diagnosi ” Disturbo Pervasivo dello Sviluppo rientrante nello spettro autistico”, siamo seguiti dal Centro per l’Autismo di Fano, seguiamo il metodo ABA e in più siamo supportati (privatamente) da un’ottima psicomotricista.
In questo percorso abbiamo avuto la fortuna di incontrare una disponibilissima insegnante di sostegno (Lorenzo frequenta il primo anno di scuola dell’infanzia) una dolcissima assistente alle autonomie e un dinamico educatore domiciliare.
Impareremo a conoscervi e a farci conoscere.
Ciao a tutti
Debora e Lorenzo
Un blog per chi vive l'autismo con il cuore
dal blog :
Benvenuti in questo nuovo piccolo blog!
Mi sono chiesta per tanto tempo se si sentisse la necessità di un nuovo blog che parla di autismo, e poi mi sono detta, “di autismo non si parla mai abbastanza” ed eccoci qui.
Questo sarà un blog soprattutto per le famiglie, che con l’autismo ci vivono e ci “lavorano” 365 giorni l’anno!
Ma anche per insegnanti, educatori ed assistenti che hanno tanto a cuore i nostri bimbi.
Raccoglierò qui sentimenti, gioie, delusioni…ma anche lavoro, idee, link, letture e quant’altro possa essere utile a chi come noi si ritroverà suo malgrado catapultato in questo mondo.
Io mi chiamo Debora, ho 41 anni…e sono la mamma felice di uno splendido bimbo nato nel dicembre 2006, da un anno ormai abbiamo la diagnosi ” Disturbo Pervasivo dello Sviluppo rientrante nello spettro autistico”, siamo seguiti dal Centro per l’Autismo di Fano, seguiamo il metodo ABA e in più siamo supportati (privatamente) da un’ottima psicomotricista.
In questo percorso abbiamo avuto la fortuna di incontrare una disponibilissima insegnante di sostegno (Lorenzo frequenta il primo anno di scuola dell’infanzia) una dolcissima assistente alle autonomie e un dinamico educatore domiciliare.
Impareremo a conoscervi e a farci conoscere.
Ciao a tutti
Debora e Lorenzo
Ultima modifica di Maestra Gabriella il Lun Nov 14, 2011 9:26 am - modificato 1 volta. (Motivazione : reso link attivo)
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
L'AUTISMO VISTO DAL DI DENTRO del prof. lucio Cottini
http://www.ctiosimo.it/MATERIALE_CORSO/Visione_dal_di_dentro_Lucio_Cottini.pdf
http://www.ctiosimo.it/MATERIALE_CORSO/Visione_dal_di_dentro_Lucio_Cottini.pdf
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
P.E.C.S. della prof.sa Bruna Lani
http://www.ctiosimo.it/MATERIALE_CORSO/P.E.C.S._Bruna_Lani%202.pdf
http://www.ctiosimo.it/MATERIALE_CORSO/P.E.C.S._Bruna_Lani%202.pdf
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
da tenere presente questo thread del nostro forum con spunti per lavorare con le EMOZIONI:
https://sostegno.forumattivo.com/progetti-ambientale-alimentarestradale-f20/progetto-emozioni-t611.htm
https://sostegno.forumattivo.com/progetti-ambientale-alimentarestradale-f20/progetto-emozioni-t611.htm
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
C. Maurice - A Work in Progress
LINEE GUIDA PER LE SESSIONI DI TERAPIA
http://www.genitoricontroautismo.org/files/a%20work%20in%20progress_ippocrates.pdf
LINEE GUIDA PER LE SESSIONI DI TERAPIA
http://www.genitoricontroautismo.org/files/a%20work%20in%20progress_ippocrates.pdf
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
Un progetto triennale nella scuola media e oltre per un alunna con sindrome autistica
http://www.istruzionepadova.it/intedu/Disabili/Dari_Autismo-Intervento-Scuola.pdf
http://www.istruzionepadova.it/intedu/Disabili/Dari_Autismo-Intervento-Scuola.pdf
kucy1- Millenium member
- Numero di messaggi : 576
Data d'iscrizione : 25.11.08
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
http://www.csapiacenza.it/integrazione/dps/all1.pdf
SUGGERIMENTI OPERATIVI PER L'EDUCAZIONE MOTORIA DEGLI ALLIEVI CON AUTISMO
CSA PIACENZA
SUGGERIMENTI OPERATIVI PER L'EDUCAZIONE MOTORIA DEGLI ALLIEVI CON AUTISMO
CSA PIACENZA
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
Corso Autismo e Comunicazione
Istituto magistrale Montale 2008-09
http://ospitiweb.indire.it/~pipv2/SitoH/alunnidisabili/Corso%20autismo%20e%20comunicazione%20-%20IS%20Montale%20a.s.%20200809.zip
Istituto magistrale Montale 2008-09
http://ospitiweb.indire.it/~pipv2/SitoH/alunnidisabili/Corso%20autismo%20e%20comunicazione%20-%20IS%20Montale%20a.s.%20200809.zip
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
http://www.istruzionepadova.it/intedu/Disabili/Dari_Autismo-Intervento-Scuola.pdf
"PROGETTO TRIENNALE NELLA SCUOLA MEDIA ED OLTRE PER UN ALUNNA CON SINDROME AUTISTICA "
"PROGETTO TRIENNALE NELLA SCUOLA MEDIA ED OLTRE PER UN ALUNNA CON SINDROME AUTISTICA "
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
http://angelaottaviani.nigelbrooks.com/
Questo sito presenta un seminario sul Sistema PECS (Picture Exchange Communication System, Sistema di Comunicazione mediante Scambio per Immagini) tenuto dalla Dott.ssa Angela Ottaviani nel Febbraio 2003 presso L'Università di Bologna e aggiornato in seguito per un seminario tenuto in Inghilterra nel Gennaio 2004.
http://angelaottaviani.nigelbrooks.com/pecs/
Questo sito presenta un seminario sul Sistema PECS (Picture Exchange Communication System, Sistema di Comunicazione mediante Scambio per Immagini) tenuto dalla Dott.ssa Angela Ottaviani nel Febbraio 2003 presso L'Università di Bologna e aggiornato in seguito per un seminario tenuto in Inghilterra nel Gennaio 2004.
http://angelaottaviani.nigelbrooks.com/pecs/
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
Suggerimenti per insegnare a bambini ed adulti con autismo, di T. Grandin
http://www.genitoricontroautismo.org/index.php?option=com_content&task=view&id=819&Itemid=90&lang=it_IT
http://www.genitoricontroautismo.org/index.php?option=com_content&task=view&id=819&Itemid=90&lang=it_IT
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
Bambini autistici a scuola. Una guida operativa per educatrici di Asilo Nido, di scuola dell’infanzia e dei primi anni della scuola primaria. Bergamo: Edizioni Junior
PRESENTAZIONI IN PDF
1. Autismo: un’introduzione
2. Valutazione e diagnosi
3. Implicazioni delle attuali teorie sull’intervento
4. Metodi di intervento
5. Il Curriculum e lo sviluppo del gioco nel percorso educativo Early Yeras
6. Difficoltà comportamentali: dalla comprensione all’intervento
7. Profilo osservativo
Una sintesi di tutto il testo
http://www.ritardomentale.it/index.php?option=content&task=view&id=269
PRESENTAZIONI IN PDF
1. Autismo: un’introduzione
2. Valutazione e diagnosi
3. Implicazioni delle attuali teorie sull’intervento
4. Metodi di intervento
5. Il Curriculum e lo sviluppo del gioco nel percorso educativo Early Yeras
6. Difficoltà comportamentali: dalla comprensione all’intervento
7. Profilo osservativo
Una sintesi di tutto il testo
http://www.ritardomentale.it/index.php?option=content&task=view&id=269
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
http://www.municipio.re.it/CDI/sitocdi.nsf/4459ea81062430bcc1256ac30051680d/848ccc5031b6d0a3c12576ea003d0e0b/$FILE/AUTISMO%20E%20INTEGRAZIONE%20SCOLASTICA.pdf
"Autismo e integrazione scolastica - "
elaborato dal
"Autismo e integrazione scolastica - "
elaborato dal
Re: AUTISMO : CHE FARE? link, informazioni, idee didattiche
http://www.iocresco.it/applied-behaviour-analysis/79-autismo-mariposa-school/236-mariposa-school-manuale-di-formazione-aba-verbal-behavior-per-operatori.html
Mariposa School - Manuale di formazione ABA Verbal Behavior per Operatori
Su licenza di Mariposa School, siamo orgogliosi di pubblicare questo preziosissimo manuale di formazione ABA-Verbal Behavior per operatori e genitori, integralmente tradotto in italiano grazie all'intenso lavoro di un team di volontari per www.iocresco.it..
Desideriamo ringraziare tutto il team dei traduttori volontari: Daniela A.R. Alemanno, Giorgio Antonioli, Cinzia Barranco, Marina Callegari, Chiara Dabusti, Valeria Germoglio, Silvia Mazzobel, Maria Grazia Ordanini, Federica Ressi, Alessandra Solito, Tiziana Spalla ed alla paziente e sempre presente Anna Ballanti Neufeld, coordinatrice del gruppo di traduzione.
Un ‘grazie’ speciale alle dottoresse Ivana Papi e Lucia D'Amato le quali, nonostante i numerosi impegni verso i nostri bambini, hanno contribuito alla revisione finale del documento.
Mariposa School - Manuale di formazione ABA Verbal Behavior per Operatori
Su licenza di Mariposa School, siamo orgogliosi di pubblicare questo preziosissimo manuale di formazione ABA-Verbal Behavior per operatori e genitori, integralmente tradotto in italiano grazie all'intenso lavoro di un team di volontari per www.iocresco.it..
Desideriamo ringraziare tutto il team dei traduttori volontari: Daniela A.R. Alemanno, Giorgio Antonioli, Cinzia Barranco, Marina Callegari, Chiara Dabusti, Valeria Germoglio, Silvia Mazzobel, Maria Grazia Ordanini, Federica Ressi, Alessandra Solito, Tiziana Spalla ed alla paziente e sempre presente Anna Ballanti Neufeld, coordinatrice del gruppo di traduzione.
Un ‘grazie’ speciale alle dottoresse Ivana Papi e Lucia D'Amato le quali, nonostante i numerosi impegni verso i nostri bambini, hanno contribuito alla revisione finale del documento.
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