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Quando il lavoro ti danneggia
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Quando il lavoro ti danneggia
Salve, seguo da quest'anno un caso molto complicato, premetto che sono nuova nella scuola, e il caso mi è stato "mollato" in quanto nessuno lo voleva (l'anno scorso ha cambiato 7 insegnanti di sostegno) e sottolineo che io ho 5 anni di esperienza mentre chi ha rifiutato ne ha 20 e più....
I problemi stanno aumentando con il passare del tempo e soprattutto dalla mancanza di assunzione dei farmaci che dovrebbero essere somministrati (sindrome oppositivo-provocatoria) dato che sta notevolmente peggiorando e questo viene nascosto sia dai genitori che dalla Ds (avvertita dalle insegnanti ma sorda alle nostre richieste).Ora il tutto viene scaricato su di me, io non sono in grado di..., non ho stabilito un rapporto tale che..., etc etc.
Mi chiedo: se io sono appena arrivata (da settembre 2011), sto a fatica cercando di instaurare un rapporto per quanto possibile costruttivo, negli anni passati il caso ha sempre creato problemi di gestione, come si può dare la responsabilità all'ultima arrivata?Inoltre io ho 11 ore per 6 ore è seguito da un'educatrice...Io sto seriamente avendo problemi nel contesto che si è venuto a creare, non è bello essere accusata di cose così pesanti.
Il b/o è violento, lo è sempre stato, contro tutti e i compagni sono terrorizzati...ma questo sin dalla prima, ora siamo in terza, io ci sono da quest'anno e sono io responsabile di tutto?Scusate lo sfogo ma credetemi io non so più che pensare...Oltretutto sto avendo pensanti minacce e intimidiazioni dalla Ds che pensa solo ad accusare i docenti (anche davanti ai genitori) invece di ammettere che il caso deve essere gestito in modo più appropriato dalla famiglia prima e dalla neuropsichiatra.
E mi chiedo inoltre come posso tutelarmi dato che sono stata anche aggredita dal bambino in seguito ad una situazione creata proprio dalla Ds( è venuta a scuola per fare un sopralluogo e in questa occasione lo ha pesantemente provocato facendolo irritare e rendendolo oltremodo aggressivo-lui la chiamava pu**ana e lei rispondeva in modo provocatorio "dai dimmi un pò cosa fa una pu**ana, se fossi una pu**ana a quest'ora sarei ricca" e altre parole e gesti veramente assurdi- per cui nel tentativo di contenerlo ho preso un pugno e un morso da lui)
Care colleghe aiutatemi vi prego...non è possibile tirare avanti così, non voglio perdere la salute ed essere oggetto di mobbing...( ho ricevuto anche un richiamo scritto per un motivo futile)
I problemi stanno aumentando con il passare del tempo e soprattutto dalla mancanza di assunzione dei farmaci che dovrebbero essere somministrati (sindrome oppositivo-provocatoria) dato che sta notevolmente peggiorando e questo viene nascosto sia dai genitori che dalla Ds (avvertita dalle insegnanti ma sorda alle nostre richieste).Ora il tutto viene scaricato su di me, io non sono in grado di..., non ho stabilito un rapporto tale che..., etc etc.
Mi chiedo: se io sono appena arrivata (da settembre 2011), sto a fatica cercando di instaurare un rapporto per quanto possibile costruttivo, negli anni passati il caso ha sempre creato problemi di gestione, come si può dare la responsabilità all'ultima arrivata?Inoltre io ho 11 ore per 6 ore è seguito da un'educatrice...Io sto seriamente avendo problemi nel contesto che si è venuto a creare, non è bello essere accusata di cose così pesanti.
Il b/o è violento, lo è sempre stato, contro tutti e i compagni sono terrorizzati...ma questo sin dalla prima, ora siamo in terza, io ci sono da quest'anno e sono io responsabile di tutto?Scusate lo sfogo ma credetemi io non so più che pensare...Oltretutto sto avendo pensanti minacce e intimidiazioni dalla Ds che pensa solo ad accusare i docenti (anche davanti ai genitori) invece di ammettere che il caso deve essere gestito in modo più appropriato dalla famiglia prima e dalla neuropsichiatra.
E mi chiedo inoltre come posso tutelarmi dato che sono stata anche aggredita dal bambino in seguito ad una situazione creata proprio dalla Ds( è venuta a scuola per fare un sopralluogo e in questa occasione lo ha pesantemente provocato facendolo irritare e rendendolo oltremodo aggressivo-lui la chiamava pu**ana e lei rispondeva in modo provocatorio "dai dimmi un pò cosa fa una pu**ana, se fossi una pu**ana a quest'ora sarei ricca" e altre parole e gesti veramente assurdi- per cui nel tentativo di contenerlo ho preso un pugno e un morso da lui)
Care colleghe aiutatemi vi prego...non è possibile tirare avanti così, non voglio perdere la salute ed essere oggetto di mobbing...( ho ricevuto anche un richiamo scritto per un motivo futile)
tatadany77- Member
- Numero di messaggi : 34
Data d'iscrizione : 22.02.09
Re: Quando il lavoro ti danneggia
cara Dany, intanto ti esprimo la mia solidarietà per questa triste situazione.. e ti auguro che quanto prima tu possa ritrovare la tua serenità: non si sta bene in queste circostanze, lo sappiamo tutti noi..
.. quello che fa la forza nel nostro lavoro è, sarebbe.. l'essere uniti, la complicità, sostenerci l'un con l'altra, collaborare e compartecipare.. invece spesso ci schieriamo contro a vicenda e scarichiamo le responsabilità..
.. prova a pensare che alla fine queste esperienze così forti ci insegnano tanto e ci fortificano, aumentano la nostra competenza e la nostra consapevolezza, anche dei nostri limiti.. non ci si deve colpevolizzare, ma si deve comunque cercare di capire se e quando abbiamo sbagliato qualcosa, con molta umiltà, anche se lavoriamo da anni..
immagino che tu, non essendo nuova del forum, abbia letto con attenzione tutti gli argomenti e le varie conversazioni riguardanti la problematica, molto invalidante per chi ne soffre.. ti ricordo quanto scritto soprattutto qui:
https://sostegno.forumattivo.com/f37-controllo-del-comportamento
poi, i farmaci hanno valenze risolutive a volte positive a volte negative, come sai, ma al di là del loro utilizzo o meno nel bambino, la qual cosa è di spettanza dei medici e della famiglia, la prima cosa da fare, per te, mi sembra recuperare al più presto il rapporto con questo alunno, capire i suoi bisogni e i suoi limiti, calarti nella sua di sofferenza, isolandoti per il momento da tutto il contesto e preoccupandoti solo di questo.. se lui riesce a stare 'benino' a scuola, di conseguenza staranno bene tutti gli altri: i compagni e le loro famiglie, le colleghe, i superiori, la famiglia stessa; queste controparti devono essere certe che a scuola c'è serenità e che si fa il tutto (e quasi l'impossibile) perchè ciò avvenga, ok? e di conseguenza non mancheranno la fiducia e la stima nei tuoi confronti e del tuo operato..
il nostro lavoro necessita di dedizione e di spirito di sacrificio, non siamo 'suorine', non mi fraintendere, ma non dobbiamo nemmeno sottovalutare, in partenza, la gravità e le conseguenze a cui andiamo incontro accettando di lavorare con casi gravi; per farti un esempio, non sono situazioni, le tue, tanto dissimili dalla gestione di casi di autismo in soggetti piccoli, non ancora scolarizzati.. e sono casi sempre più frequenti..
un caro saluto per ora..
.. quello che fa la forza nel nostro lavoro è, sarebbe.. l'essere uniti, la complicità, sostenerci l'un con l'altra, collaborare e compartecipare.. invece spesso ci schieriamo contro a vicenda e scarichiamo le responsabilità..
.. prova a pensare che alla fine queste esperienze così forti ci insegnano tanto e ci fortificano, aumentano la nostra competenza e la nostra consapevolezza, anche dei nostri limiti.. non ci si deve colpevolizzare, ma si deve comunque cercare di capire se e quando abbiamo sbagliato qualcosa, con molta umiltà, anche se lavoriamo da anni..
immagino che tu, non essendo nuova del forum, abbia letto con attenzione tutti gli argomenti e le varie conversazioni riguardanti la problematica, molto invalidante per chi ne soffre.. ti ricordo quanto scritto soprattutto qui:
https://sostegno.forumattivo.com/f37-controllo-del-comportamento
poi, i farmaci hanno valenze risolutive a volte positive a volte negative, come sai, ma al di là del loro utilizzo o meno nel bambino, la qual cosa è di spettanza dei medici e della famiglia, la prima cosa da fare, per te, mi sembra recuperare al più presto il rapporto con questo alunno, capire i suoi bisogni e i suoi limiti, calarti nella sua di sofferenza, isolandoti per il momento da tutto il contesto e preoccupandoti solo di questo.. se lui riesce a stare 'benino' a scuola, di conseguenza staranno bene tutti gli altri: i compagni e le loro famiglie, le colleghe, i superiori, la famiglia stessa; queste controparti devono essere certe che a scuola c'è serenità e che si fa il tutto (e quasi l'impossibile) perchè ciò avvenga, ok? e di conseguenza non mancheranno la fiducia e la stima nei tuoi confronti e del tuo operato..
il nostro lavoro necessita di dedizione e di spirito di sacrificio, non siamo 'suorine', non mi fraintendere, ma non dobbiamo nemmeno sottovalutare, in partenza, la gravità e le conseguenze a cui andiamo incontro accettando di lavorare con casi gravi; per farti un esempio, non sono situazioni, le tue, tanto dissimili dalla gestione di casi di autismo in soggetti piccoli, non ancora scolarizzati.. e sono casi sempre più frequenti..
un caro saluto per ora..
guardian angel- Millenium member
- Numero di messaggi : 3720
Data d'iscrizione : 29.09.10
Località : Toscana
Re: Quando il lavoro ti danneggia
Grazie di cuore....
tatadany77- Member
- Numero di messaggi : 34
Data d'iscrizione : 22.02.09
Re: Quando il lavoro ti danneggia
Comunque ci tengo a precisare che, per quanto la patologia lo permette, il rapporto che c'è con me è "buono", le difficoltà sono oggettive, derivanti da una serie di fattori che difficilmente sono controllabili. Poi se le pretese dei genitori sono rivolti solo al piano degli apprendimenti, capisci la difficoltà a definire le priorità del caso...Io ce la metto tutta e soprattutto sono disposta a prendere le mie responsabilità del mio operato, poi se in mia assenza "accadono cose" di cui non solo non posso essere responsabile ma che vengono anche distorte o falsificate io alzo le mani e mi arrendo.Inoltre chi(la Ds) dice agli altri (docenti) di essere incompetenti è la prima ad essere stata inadempiente, rimanendo sorda alle ripetute richieste di interessamento in merito al caso (alla richiesta di un incontro la Ds rispondeva, ahimé verbalmente, "quello che dovevo dire sul caso l'ho già detto", e noi preoccupate per la salute del gruppo classe...ora siamo mortificate e denigrate...no non è questa la scuola in cui si lavora in modo produttivo....)
tatadany77- Member
- Numero di messaggi : 34
Data d'iscrizione : 22.02.09
Re: Quando il lavoro ti danneggia
scusate...
riposto la mia mail anche qui... forse è più congrua...
salve a tutti,
insegno da otto anni, la mia classe di concorso è la A036, ed è il primo anno che sono insegnante di sostegno, area AD02, alle superiori.
seguo cinque ragazzi, in due scuole molto diverse............ ..................................il poblema principale, rappresentato da un ragazzo di seconda superiore con disturbo oppositivo provocatorio. ............................
il ragazzo non riesce a stare in classe, se è in classe cerca di attirare l'attenzione dei compagni con grida o battute, non sa interagire con loro se non spingendoli e dando botte "affettuose", tanto che loro a volte reagiscono e lui se la prede scappando di classe, arrabbiato. se rimproverato dall'insegnante inizia a rispondere male, a buttare in terra lo zaino, o si gira dalla parte della finestra per non sentire o vedere. nei casi d'ira forte, prende e scappa di classe, a volte andando in cortile e provando a farsi male con i sassi, sbattendoseli in fronte, altre volte cercando di telefonare alla .........) altre volte nascondendosi per non farsi trovare. non vuole applicarsi alle poche, semplici cose che gli vengono richieste per esercitarsi a scrivere, a raccontare, leggere e a contare (ha iniziato a scrivere e leggere due anni fa, e tuttora lo fa male, ha un vocabolario poverissimo, non riesce a esporre una trama di un film o un fatto accaduto in maniera logica e consequenziale). è totalmente impermeabile a punizioni o lusinghe. spesso ha problemi di igiene, perché rifiuta di cambiarsi abiti o lavarsi. non ha amici, al di fuori della scuola, e spesso si inventa uscite o una fidanzata, per sentirsi come gli altri. l'istituto .... è una scuola con tantissime materie teoriche, e lui non riesce ovviamente più a star dietro al programma che fanno i suoi comagni, date le lacune e il lieve ritardo, e la cosa lo mette a disagio e lo fa soffrire. sarebbe stato più opportuno un alberghiero, ma ormai è iscritto all'...............e lì deve restare. tra l'altro, l'anno scorso aveva tante ore sull'area motoria, quest'annno ha 6 ore di materie umanistiche, sei di materie scientifiche, per il resto l'educatrice del comune.
inizialmente ho tentato di forzare la mano, con lui, ma il risultato erano litigi continui e tanta tensione in me e lui. poi ho provato a partire dai suoi interessi, cercando di far leva sulla creatività o sulla fantasia, ma il ragazzo (comprensibilmente) è incapace di usare la fantasia, non riesce ad andare oltre il piano della realtà, se si cerca di costruire una storia con i suoi personaggi preferiti (dei cartoni o del calcio) dice che non sa cosa dire, o si rifiuta, o sostiene che il tale personaggio, che pure fino al giorno prima amava, non lo interessa più e gli fa schifo. spesso i suoi interessi sono fugaci, per cui è difficile far leva su di essi. si annoia velocemente di qualunque attività proposta. nelle situazioni di libertà (assemblea di classe) non riesce a gestirsi, creando scompiglio, e nelle situazioni di uscita di classe diventa ingestibile, dunque si è deciso che in queste situazioni l'allievo non venga a scuola. ma non è proprio un gran risultato di INTEGRAZIONE, no? il giorno ......... c'è un incontro straordinario con la psicologa che segue l'alunno, e vedremo quali indicazioni ci darà.
ultimamente riesco a fargli fare qualcosina di inglese e di italiano barattando mezz'ora di studio con due ore di film e cartoni animati il giorno in cui abbiamo più ore, ma non è nemmeno questa la soluzione. certo, il ragazzo mostra contentezza nel poter vedere dei filmati con me, e mi spiega i personaggi, me li illustra, lo vedo sereno, e poi posso anche proporgli un esercizio senza che lui s'arrabbi o dia in escandescenza, ma non so se sto facendo bene. devo esser sincera, di fronte ai miei colleghi che fano un sacco di cose coi loro ragazzi, mi vergogno un po' a mettermi lì a contrattare tre frasi di inglese con tre puntate di Holly e Benji. mi sembra di non lavorare, di lavorare male, di rubare lo stipendio facendo i giochini, di non aiutare il ragazzo a crescere ma indulgere nei suoi comportamenti sbagliati, avallandoli. fortunatamente nell'altra scuola le cose vanno veramente in modo molto diverso, sono inserita, integrata nella classe, i colleghi sono disponibili e coinvolgenti, le ragazzine che seguo hanno un carattere dolcissimo e facciamo assieme tante cose.
io non so cosa fare. il mio alunno "terribile" è un ragazzo tanto sfortunato, e io vorrei in qualche modo essergli di aiuto, anche fosse solo nel renderlo sereno almeno qualche volta, ma aiutandolo anche a progredire.
riposto la mia mail anche qui... forse è più congrua...
salve a tutti,
insegno da otto anni, la mia classe di concorso è la A036, ed è il primo anno che sono insegnante di sostegno, area AD02, alle superiori.
seguo cinque ragazzi, in due scuole molto diverse............ ..................................il poblema principale, rappresentato da un ragazzo di seconda superiore con disturbo oppositivo provocatorio. ............................
il ragazzo non riesce a stare in classe, se è in classe cerca di attirare l'attenzione dei compagni con grida o battute, non sa interagire con loro se non spingendoli e dando botte "affettuose", tanto che loro a volte reagiscono e lui se la prede scappando di classe, arrabbiato. se rimproverato dall'insegnante inizia a rispondere male, a buttare in terra lo zaino, o si gira dalla parte della finestra per non sentire o vedere. nei casi d'ira forte, prende e scappa di classe, a volte andando in cortile e provando a farsi male con i sassi, sbattendoseli in fronte, altre volte cercando di telefonare alla .........) altre volte nascondendosi per non farsi trovare. non vuole applicarsi alle poche, semplici cose che gli vengono richieste per esercitarsi a scrivere, a raccontare, leggere e a contare (ha iniziato a scrivere e leggere due anni fa, e tuttora lo fa male, ha un vocabolario poverissimo, non riesce a esporre una trama di un film o un fatto accaduto in maniera logica e consequenziale). è totalmente impermeabile a punizioni o lusinghe. spesso ha problemi di igiene, perché rifiuta di cambiarsi abiti o lavarsi. non ha amici, al di fuori della scuola, e spesso si inventa uscite o una fidanzata, per sentirsi come gli altri. l'istituto .... è una scuola con tantissime materie teoriche, e lui non riesce ovviamente più a star dietro al programma che fanno i suoi comagni, date le lacune e il lieve ritardo, e la cosa lo mette a disagio e lo fa soffrire. sarebbe stato più opportuno un alberghiero, ma ormai è iscritto all'...............e lì deve restare. tra l'altro, l'anno scorso aveva tante ore sull'area motoria, quest'annno ha 6 ore di materie umanistiche, sei di materie scientifiche, per il resto l'educatrice del comune.
inizialmente ho tentato di forzare la mano, con lui, ma il risultato erano litigi continui e tanta tensione in me e lui. poi ho provato a partire dai suoi interessi, cercando di far leva sulla creatività o sulla fantasia, ma il ragazzo (comprensibilmente) è incapace di usare la fantasia, non riesce ad andare oltre il piano della realtà, se si cerca di costruire una storia con i suoi personaggi preferiti (dei cartoni o del calcio) dice che non sa cosa dire, o si rifiuta, o sostiene che il tale personaggio, che pure fino al giorno prima amava, non lo interessa più e gli fa schifo. spesso i suoi interessi sono fugaci, per cui è difficile far leva su di essi. si annoia velocemente di qualunque attività proposta. nelle situazioni di libertà (assemblea di classe) non riesce a gestirsi, creando scompiglio, e nelle situazioni di uscita di classe diventa ingestibile, dunque si è deciso che in queste situazioni l'allievo non venga a scuola. ma non è proprio un gran risultato di INTEGRAZIONE, no? il giorno ......... c'è un incontro straordinario con la psicologa che segue l'alunno, e vedremo quali indicazioni ci darà.
ultimamente riesco a fargli fare qualcosina di inglese e di italiano barattando mezz'ora di studio con due ore di film e cartoni animati il giorno in cui abbiamo più ore, ma non è nemmeno questa la soluzione. certo, il ragazzo mostra contentezza nel poter vedere dei filmati con me, e mi spiega i personaggi, me li illustra, lo vedo sereno, e poi posso anche proporgli un esercizio senza che lui s'arrabbi o dia in escandescenza, ma non so se sto facendo bene. devo esser sincera, di fronte ai miei colleghi che fano un sacco di cose coi loro ragazzi, mi vergogno un po' a mettermi lì a contrattare tre frasi di inglese con tre puntate di Holly e Benji. mi sembra di non lavorare, di lavorare male, di rubare lo stipendio facendo i giochini, di non aiutare il ragazzo a crescere ma indulgere nei suoi comportamenti sbagliati, avallandoli. fortunatamente nell'altra scuola le cose vanno veramente in modo molto diverso, sono inserita, integrata nella classe, i colleghi sono disponibili e coinvolgenti, le ragazzine che seguo hanno un carattere dolcissimo e facciamo assieme tante cose.
io non so cosa fare. il mio alunno "terribile" è un ragazzo tanto sfortunato, e io vorrei in qualche modo essergli di aiuto, anche fosse solo nel renderlo sereno almeno qualche volta, ma aiutandolo anche a progredire.
Ultima modifica di leterbuck il Mer Gen 25, 2012 8:35 pm - modificato 1 volta. (Motivazione : parzialmente cancellati dati nel testo, a tutela della privacy)
miriam abu eideh- Nuovo member
- Numero di messaggi : 6
Data d'iscrizione : 25.01.12
Età : 48
Località : firenze
Re: Quando il lavoro ti danneggia
miriam abu eideh ha scritto:... devo esser sincera, di fronte ai miei colleghi che fano un sacco di cose coi loro ragazzi, mi vergogno un po' a mettermi lì a contrattare tre frasi di inglese con tre puntate di Holly e Benji. mi sembra di non lavorare, di lavorare male, di rubare lo stipendio facendo i giochini, di non aiutare il ragazzo a crescere ma indulgere nei suoi comportamenti sbagliati, avallandoli. fortunatamente nell'altra scuola le cose vanno veramente in modo molto diverso, sono inserita, integrata nella classe, i colleghi sono disponibili e coinvolgenti, le ragazzine che seguo hanno un carattere dolcissimo e facciamo assieme tante cose.
io non so cosa fare. il mio alunno "terribile" è un ragazzo tanto sfortunato, e io vorrei in qualche modo essergli di aiuto, anche fosse solo nel renderlo sereno almeno qualche volta, ma aiutandolo anche a progredire.
da quanto tempo segui il ragazzo? dall'inizio dell'anno o da poche settimane?
.. vorrei capire meglio se hai già predisposto una programmazione individualizzata o se sei ancora in fase di osservazione? hai preso contatti con gli insegnanti che ti hanno preceduta? c'è stato già il GLIC e tu eri presente? se sì, cosa avete concordato?
Ti chiedo questo perchè ci troviamo oramai alla fine del primo quadrimestre e nel tuo racconto non accenni minimamente a una sistematicità di interventi didattici che si rendono necessari per affrontare casi così gravi, dal punto di vista soprattutto relazionale, affettivo ma, mi par di capire, anche cognitivo..
in attesa di un tuo riscontro, leggi intanto la sezione del forum che tratta l'argomento:
https://sostegno.forumattivo.com/f51-alunno-con-sindrome-da-deficit-di-attenzione-e-iperattivita
troverai esempi, testimonianze e consigli pratici su come poter intervenire nei momenti di criticità..
e qui per gli interventi didattici mirati al controllo del comportamento:
https://sostegno.forumattivo.com/f37-controllo-del-comportamento
guardian angel- Millenium member
- Numero di messaggi : 3720
Data d'iscrizione : 29.09.10
Località : Toscana
Re: Quando il lavoro ti danneggia
allora:
seguo il ragazzo dall'inizio dell'anno, con lui ho sei ore distribuite così: un'ora (la prima) il martedì, tre ore (prima, seconda e quarta) il mercoledì e due ore (le prime due) il venerdì. negli altri giorni sono nell'altra scuola, e il venerdì sono di fuga, perché ho due ore di tempo per raggiungere l'altra scuola dove ho l'ultima ora.
con lui, anche secondo quanto concordato con il consiglio di classe, e con il gruppo di lavoro nel pei iniziale, seguo un programma individualizzato che mira a consolidare le capacità di scrittura, lettura e verbalizzazione, che sono ancora molto carenti, e per farlo cerco di appigliarmi sia al programma della classe, ove possibile, sia ad argomenti diversi rispetto a quelli fatti in classe che, però, possano risvegliare il suo interesse (pochi, in verità). mi sono comprata libri e ho reperito schede da fare assieme, che andassero in questo senso, e fin dall'inizio ho provato a sottoporgli esercizi da fare assieme, che però lui ha quasi sempre rifiutato, e gli hanno provocato delle crisi molto forti. ti faccio un esempio: il ragazzino si diceva molto tifoso del napoli, parlava continuamente di Lavezzi, io ho pensato che, magari, il compito di grammatica, consistente in una comprensione di un testo breve, lo potevo magari incentrare su questo giocatore, e il giorno in cui sono arrivata a scuola con l'esercizio, lui lo guarda, lo butta in terra e esclama "a me il napoli fa schifo, mi piace l'Udinese, portami un brano su Di Natale (l'attaccante numero uno dell'Udinese) e io te lo faccio". è seguita scenata, con lui che se ne è andato di classe, ha buttato lo zaino per le scale e io che cercavo di farlo ragionare. diciamo che la fase dell'osservazione, con questo ragazzo, non finisce mai, perché da tutto quel che dice o fa posso comunque imparare qualcosa di nuovo su di lui, sulla sua vita fuori dalla scuola eccetera. è stato fatto un pei iniziale, nel quale in sostanza si è detto "stringete i denti che tanto poi facciamo l'alternanza scuola-lavoro" e durante il quale tutti avevano più o meno fretta di andare a casa, per cui è stato non troppo utile, ora abbiamo un incontro con la psicologa, e si deciderà senza dubbio un pei intermedio, che spero sia più profiquo.
ho parlato con i colleghi dell'anno scorso, i quali mi hanno detto, in soldoni, "fai in modo da renderlo sereno" o "usa un approccio non scolastico!", ma in soldoni cosa voglia dire non si sa. indicazioni pratiche non è riuscito a darmele nessuno, tipo: fai così, la grammatica affrontala cosà, con lui cerca di comunicare cosù, questa tipologia di esercizi gli mettono ansia, prova in quest'altro modo, per cui sono andata semplicemente avanti a tentativi, seguendo i consigli dell'assistente del comune, che lo conosce da tanti anni e, dunque, sa come prenderlo. dal punto di vista relazionale, a me sembra che le cose tra noi non vadano male, nel senso che, a differenza dei primi due-tre mesi di scuola, durante i quali appena entravo in classe mi diceva "vai via", il ragazzo ha pian piano iniziato a chiedermi se rimanevo l'anno prossimo (cosa assolutamente fuori dal mio controllo, essendo precaria, ma io gli ho detto "sì" per non turbarlo), ha iniziato a salutarmi contento quando entro in classe, se tardo perché trattenuta in succursale per via dell'altro alunno che seguo mi viene a cercare per lungo e per largo, mi racconta di quello che fa (spesso mentendo sulla sua fantomatica ragazza e così via) dando mostra di voler instaurare un rapporto con me. gli piace se, ad esempio, siamo nell'aula di sostegno e c'è lì una collega in quel momento "disoccupata" e noi lo coinvolgiamo in discorsi "da grandi" chiedendogli il suo parere e così via. permane, però, la totale non volontà di applicarsi allo studio e di lavorare. nelle ultime due settimane ho provato la strada dei film visti insieme il mercoledì, che è diventato il giorno del cineforum: il ragazzo, da quel che so, non ha amici, e non è abituato a fare cose assieme a qualcuno, a condividere un'esperienza, fosse anche un film visto assieme a un'altra persona, così ho pensato di provare. il ragazzo ha dato prova di apprezzare il mio gesto: ad esempio, l'altro mercoledì gli ho proposto un film, e lui dopo un po' si annoiava, ma ha resistito fino a metà. poi io gli ho chiesto come andava, e lui "insomma... è un po' noioso", quasi come a scusarsi, dopodiché ha detto "comunque, visto che mi sono riposato un po', si potrebbe fare grammatica senza finire di vederlo, come s'era detto di fare" e s'è fatta grammatica assieme.
francamente brancolo nel buoio, e sono convinta di fare una serie di errori tremendi, dunque sono aperta a qualunque proposta e a cambiare rotta anche subito.
seguo il ragazzo dall'inizio dell'anno, con lui ho sei ore distribuite così: un'ora (la prima) il martedì, tre ore (prima, seconda e quarta) il mercoledì e due ore (le prime due) il venerdì. negli altri giorni sono nell'altra scuola, e il venerdì sono di fuga, perché ho due ore di tempo per raggiungere l'altra scuola dove ho l'ultima ora.
con lui, anche secondo quanto concordato con il consiglio di classe, e con il gruppo di lavoro nel pei iniziale, seguo un programma individualizzato che mira a consolidare le capacità di scrittura, lettura e verbalizzazione, che sono ancora molto carenti, e per farlo cerco di appigliarmi sia al programma della classe, ove possibile, sia ad argomenti diversi rispetto a quelli fatti in classe che, però, possano risvegliare il suo interesse (pochi, in verità). mi sono comprata libri e ho reperito schede da fare assieme, che andassero in questo senso, e fin dall'inizio ho provato a sottoporgli esercizi da fare assieme, che però lui ha quasi sempre rifiutato, e gli hanno provocato delle crisi molto forti. ti faccio un esempio: il ragazzino si diceva molto tifoso del napoli, parlava continuamente di Lavezzi, io ho pensato che, magari, il compito di grammatica, consistente in una comprensione di un testo breve, lo potevo magari incentrare su questo giocatore, e il giorno in cui sono arrivata a scuola con l'esercizio, lui lo guarda, lo butta in terra e esclama "a me il napoli fa schifo, mi piace l'Udinese, portami un brano su Di Natale (l'attaccante numero uno dell'Udinese) e io te lo faccio". è seguita scenata, con lui che se ne è andato di classe, ha buttato lo zaino per le scale e io che cercavo di farlo ragionare. diciamo che la fase dell'osservazione, con questo ragazzo, non finisce mai, perché da tutto quel che dice o fa posso comunque imparare qualcosa di nuovo su di lui, sulla sua vita fuori dalla scuola eccetera. è stato fatto un pei iniziale, nel quale in sostanza si è detto "stringete i denti che tanto poi facciamo l'alternanza scuola-lavoro" e durante il quale tutti avevano più o meno fretta di andare a casa, per cui è stato non troppo utile, ora abbiamo un incontro con la psicologa, e si deciderà senza dubbio un pei intermedio, che spero sia più profiquo.
ho parlato con i colleghi dell'anno scorso, i quali mi hanno detto, in soldoni, "fai in modo da renderlo sereno" o "usa un approccio non scolastico!", ma in soldoni cosa voglia dire non si sa. indicazioni pratiche non è riuscito a darmele nessuno, tipo: fai così, la grammatica affrontala cosà, con lui cerca di comunicare cosù, questa tipologia di esercizi gli mettono ansia, prova in quest'altro modo, per cui sono andata semplicemente avanti a tentativi, seguendo i consigli dell'assistente del comune, che lo conosce da tanti anni e, dunque, sa come prenderlo. dal punto di vista relazionale, a me sembra che le cose tra noi non vadano male, nel senso che, a differenza dei primi due-tre mesi di scuola, durante i quali appena entravo in classe mi diceva "vai via", il ragazzo ha pian piano iniziato a chiedermi se rimanevo l'anno prossimo (cosa assolutamente fuori dal mio controllo, essendo precaria, ma io gli ho detto "sì" per non turbarlo), ha iniziato a salutarmi contento quando entro in classe, se tardo perché trattenuta in succursale per via dell'altro alunno che seguo mi viene a cercare per lungo e per largo, mi racconta di quello che fa (spesso mentendo sulla sua fantomatica ragazza e così via) dando mostra di voler instaurare un rapporto con me. gli piace se, ad esempio, siamo nell'aula di sostegno e c'è lì una collega in quel momento "disoccupata" e noi lo coinvolgiamo in discorsi "da grandi" chiedendogli il suo parere e così via. permane, però, la totale non volontà di applicarsi allo studio e di lavorare. nelle ultime due settimane ho provato la strada dei film visti insieme il mercoledì, che è diventato il giorno del cineforum: il ragazzo, da quel che so, non ha amici, e non è abituato a fare cose assieme a qualcuno, a condividere un'esperienza, fosse anche un film visto assieme a un'altra persona, così ho pensato di provare. il ragazzo ha dato prova di apprezzare il mio gesto: ad esempio, l'altro mercoledì gli ho proposto un film, e lui dopo un po' si annoiava, ma ha resistito fino a metà. poi io gli ho chiesto come andava, e lui "insomma... è un po' noioso", quasi come a scusarsi, dopodiché ha detto "comunque, visto che mi sono riposato un po', si potrebbe fare grammatica senza finire di vederlo, come s'era detto di fare" e s'è fatta grammatica assieme.
francamente brancolo nel buoio, e sono convinta di fare una serie di errori tremendi, dunque sono aperta a qualunque proposta e a cambiare rotta anche subito.
miriam abu eideh- Nuovo member
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Re: Quando il lavoro ti danneggia
(n.b. GRAZIE per la tua celerissima risposta)
miriam abu eideh- Nuovo member
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Re: Quando il lavoro ti danneggia
(n.b.b. : che roba è il GLIC?)
miriam abu eideh- Nuovo member
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Re: Quando il lavoro ti danneggia
ti faccio un altro esempio, per farti capire la mia difficoltà (mia, ma anche un po' di tutti gli insegnanti): prima di natale siamo andati al cinema della città di....... per vedere uno spettacolo teatrale per le scuole. dovevamo fare un tratto a piedi dalla scuola fino al teatro, fare colazione durante il tragitto, lì vedere lo spettacolo. poi i ragazzi erano liberi di andare a casa da soli. già prima di partire il ragazzo ha iniziato a mostrare nervosismo, dicendo che non sapeva la strada e la cosa lo faceva arrabbiare. sia io che la docente di italiano abbiamo risposto che non era un problema, che avremmo fatto la strada assieme, così poi lui l'avrebbe conosciuta e si sarebbe mosso con facilità per tornare a casa, e che se voleva anche il ritorno si faceva assieme, ma lui sosteneva che non voleva fare la strada con noi, e che comunque non bastava fare la strada assieme, lui voleva sapere PRIMA quale fosse il percorso. poi partiamo. non c'era tempo di fare colazione, così abbiamo concordato di andare al teatro senza tappe intermedie. durante il tragitto il ragazzo gridava, fischiava alle ragazze che vedeva passare, e i suoi compagni ridacchiavano (quindi era incoraggiato a continuare), la mia collega di lettere totalmente nel pallone mi ha pregato di tenermelo più vicino possibile, lui prima ha cercato di evitare la mia presenza correndo via quando mi avvicinavo, e in questo anche scappando nel mezzo della strada, poi mi si è messo dietro e ha iniziato a spintonarmi, al che io l'ho redarguito, con fermezza ma con calma, di non farlo più, perché non era un comportamento rispettoso nei confronti di una docente, ma in generale nei confronti di nessuno. questo ha scatenato una scenata, durante la quale il ragazzo ha urlato che se ne andava a casa, ha iniziato a correre dalla parte opposta, a urlare che lui voleva fare la colazione al bar e invece sarebbe morto di fame a teatro, che non gliene fregava se la classe per colpa sua doveva ritornare indietro, che andassimo tutti affanculo, e via così. alla fine la docente d'italiano l'ha convinto ad andare al bar accanto a fare colazione con lei, mentre io portavo la classe dentro, facevo fare i biglietti, li facevo accomodare dentro eccetera. durante lo spettacolo, poi, non ha fiatato nemmeno una volta, e sì che era anche difficile. domanda: in questo episodio, dove, io e/o la mia collega abbiamo sbagliato? cosa potevamo/ dovevamo fare di diverso per non arivare alla crisi del ragazzo?
Ultima modifica di leterbuck il Gio Gen 26, 2012 6:18 pm - modificato 1 volta. (Motivazione : cancellato dato sensibile)
miriam abu eideh- Nuovo member
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Età : 48
Località : firenze
Re: Quando il lavoro ti danneggia
Cara Miriam, quello che mi preoccupa è che continui a scrivere informazioni che rendono facilmente riconoscibile il ragazzo e la tua persona (ti sei registrata con nome e cognome autentici? ); ti chiedo la cortesia di prestare attenzione a questo, parliamo di casi certificati, tutelati dalla legge sulla privacy e scriviamo in un forum pubblico, letto da molte migliaia di persone al giorno: limitiamoci, quindi, a dare le notizie essenziali per rendere comprensibile il problema che stai trattando, grazie della collaborazione!!
..detto questo, penso che tu abbia realizzato un obiettivo importante ma che tu non ne sia forse consapevole a pieno.. la relazione con il ragazzo: lui mostra fiducia in te, ti aspetta, è felice di vederti, riuscite a comunicare... non è cosa da poco; è ciò che ci consente, successivamente, di intervenire anche dal punto di vista didattico e, nel suo caso, anche relazionale, intendendo con questo cercare di migliorare anche il rapporto con i compagni e con altri adulti.. hai solo sei ore di tempo scolastico: miracoli purtroppo non se ne fanno; seleziona tu, con la tua esperienza e competenza, gli argomenti che ritieni più importanti perchè il ragazzo possa lavorare un po' durante la settimana ma senza pretendere più di quanto sia umanamente possibile fare in così poco tempo.. credo, per finire, che il primo forse 'a vergognarsi' delle proprie incapacità sia lui: metterlo di fronte alle proprie responsabilità può significare creargli, non volendo, un grosso diasagio (di cui è consapevole) e, per quanto ne posso sapere, questi ragazzi non riescono a tollerare facilmente le frustrazioni..
..il consiglio che ti hanno dato di pensare alla sua serenità non lo trovo affatto sbagliato, nè semplicistico, ma anzi, vista la situazione, molto azzeccato..
ti auguro un sincero in bocca al lupo per il tuo lavoro e.. se hai bisogno ci trovi qui, a presto, ciao!!
..detto questo, penso che tu abbia realizzato un obiettivo importante ma che tu non ne sia forse consapevole a pieno.. la relazione con il ragazzo: lui mostra fiducia in te, ti aspetta, è felice di vederti, riuscite a comunicare... non è cosa da poco; è ciò che ci consente, successivamente, di intervenire anche dal punto di vista didattico e, nel suo caso, anche relazionale, intendendo con questo cercare di migliorare anche il rapporto con i compagni e con altri adulti.. hai solo sei ore di tempo scolastico: miracoli purtroppo non se ne fanno; seleziona tu, con la tua esperienza e competenza, gli argomenti che ritieni più importanti perchè il ragazzo possa lavorare un po' durante la settimana ma senza pretendere più di quanto sia umanamente possibile fare in così poco tempo.. credo, per finire, che il primo forse 'a vergognarsi' delle proprie incapacità sia lui: metterlo di fronte alle proprie responsabilità può significare creargli, non volendo, un grosso diasagio (di cui è consapevole) e, per quanto ne posso sapere, questi ragazzi non riescono a tollerare facilmente le frustrazioni..
..il consiglio che ti hanno dato di pensare alla sua serenità non lo trovo affatto sbagliato, nè semplicistico, ma anzi, vista la situazione, molto azzeccato..
ti auguro un sincero in bocca al lupo per il tuo lavoro e.. se hai bisogno ci trovi qui, a presto, ciao!!
guardian angel- Millenium member
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Data d'iscrizione : 29.09.10
Località : Toscana
Re: Quando il lavoro ti danneggia
Non ho purtroppo molti consigli pratici da darti, visto che io mi sarei comportata col ragazzo come te in molti degli esempi che hai portato. Però penso che tu abbia bisogno di renderti conto che , al di là dei risultati che finora hai ottenuto e che ti sembrano pochi, stai attuando molte strategie " da manuale" nel senso che sono quelle di solito consigliate: es: cercare un appiglio per la didattica con qualcosa che ( almeno apparentemente) piaccia al ragazzo, utilizzare il cineforum, essere ferma e fargli capire cosa non dovrebbe fare... Quello che forse dimentichi ( te li dico perchè tante volte ci sono cascata anch'io , ma ora che ho più esperienza lo capisco meglio) è che 6 ore settimanali sono il minimo possibile per fare un buon lavoro, e che ci vuole tempo, molto tempo, di solito più di un anno perchè si arrivi a dei risultati più concreti, soprattutto in casi difficili come il tuo. Probabilmente quello che tu stai seminando lo raccoglierà l'anno prossimo chi ti sostituirà ( queste sono le "fregature" per il ragazzo della mancata continuità didattica) .
Ti consiglio quindi di guardare con più serenità al caso, anche perchè se al momento non trovi " soluzioni" o " ricette" ( che naturalmente non esistono) da quello che scrivi stai trovando la chiave giusta con il ragazzo, si capisce dal modo in cui lui inizia a considerarti: sono piccoli passi ma fondamentali, in un caso così difficile per te che fai la prima esperienza sul sostegno. Continua a confrontarti e a combattere , ma con più obiettività ricordati che anche se facciamo del nostro meglio, tante volte in questo lavoro ci sembra di non concludere niente... poi quando meno ce l'aspettiamo qualche luce si accende. In bocca al lupo! Ps Se vuoi scrivermi puoi anche mandarmi un messaggio privato Ciao!
Ti consiglio quindi di guardare con più serenità al caso, anche perchè se al momento non trovi " soluzioni" o " ricette" ( che naturalmente non esistono) da quello che scrivi stai trovando la chiave giusta con il ragazzo, si capisce dal modo in cui lui inizia a considerarti: sono piccoli passi ma fondamentali, in un caso così difficile per te che fai la prima esperienza sul sostegno. Continua a confrontarti e a combattere , ma con più obiettività ricordati che anche se facciamo del nostro meglio, tante volte in questo lavoro ci sembra di non concludere niente... poi quando meno ce l'aspettiamo qualche luce si accende. In bocca al lupo! Ps Se vuoi scrivermi puoi anche mandarmi un messaggio privato Ciao!
silla- Member
- Numero di messaggi : 51
Data d'iscrizione : 22.07.09
Re: Quando il lavoro ti danneggia
vi ringrazio tanto, di cuore
e scusate se ho inavvertitamente violato la policy del forum, la cosa è unicamente frutto di inesperienza e eccessivo entusiasmo nell'aver trovato questo sito.
buona serata, e grazie davvero.
e scusate se ho inavvertitamente violato la policy del forum, la cosa è unicamente frutto di inesperienza e eccessivo entusiasmo nell'aver trovato questo sito.
buona serata, e grazie davvero.
miriam abu eideh- Nuovo member
- Numero di messaggi : 6
Data d'iscrizione : 25.01.12
Età : 48
Località : firenze
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