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Alunno autistico molto aggressivo
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Alunno autistico molto aggressivo
Salve a tutti, vi scrivo perchè attualmente mi trovo in una situazione davvero difficile, direi quasi disperata. Sono un insegnante specializzato che quest'anno ha chiesto un utilizzo sul sostegno per lavorare con un alunno autistico di 7 anni (avevo già una precedente esperienza con bambini affetti da tale patologia e dunque volevo reinvestire questo bagaglio di esperienze).La situazione all'inizio pareva abbastanza gestibile, anche se l'approccio a livello relazionale si è rivelato piuttosto complicato fin dai primi giorni; dopotutto io rappresentavo una figura nuova, inoltre l'alunno aveva instaurato una forma di simbiosi con l'educatrice che lo seguiva dall'anno scorso e verso la quale ha tuttora un atteggiamento sempre molto controllato (segue alla lettera le sue indicazioni, è collaborativo e riesce a stare anche l'intera mattinata in classe con i compagni a svolgere un compito).Dopo tre mesi le cose con me invece sono andate sempre più peggiorando, nel senso che sono costretto a portarlo fuori dall'aula, perchè appena entrato in classe mette in atto comportamenti-problematici molto violenti, pericolosi per gli altri bambini oltre che per le insegnanti.A quel punto ci dobbiamo spostare nello spazio per il lavoro individualizzato, ma anche lì prosegue mostrando atteggiamenti oppositivi, esplosioni di ira e scariche di rabbia e quindi può capitare che passi l'intera mattinata a picchiarmi.Da un colloquio con la famiglia e con il centro che lo segue si è insistito molto sull'aspetto della fermezza (e ciò mi sembra imprescindibile, quindi concordo),la quale però è stata interpretata come imposizione forzata delle attività;il padre infatti dice che bisogna costringere il bambino a fare quello che fanno gli altri perchè lui è "solo in parte" autistico (?), quanto piuttosto molto furbo.Io gli ho spiegato che è necessario innanzitutto motivare il bambino all'attività con me, creando situazioni di interazione piacevole e serena, piuttosto che tenerlo legato al tavolino a fare calcoli di matematica o a scrivere storie. Mi ha risposto, molto duramente, che sono stato debole e per questo "me lo sono giocato" dall'inizio dandogli l'idea che potesse fare ciò che voleva; in sostanza non è importante partire da quello che piace a lui perchè poi te lo chiederà sempre.Ho risposto che è necessario mediare e un po' alla volta costruire un rapporto positivo, ma non c'è stato verso di farglielo capire (il papà con il figlio a casa è rigidissimo e molto direttivo).Mi ha poi portato come esempio (era ovvio che fosse così) l'educatrice e dicendomi che lei, essendo stata fin dal primo istante impositiva nei suoi confronti, l'ha "addomesticato" e ora fa tutto ciò che lei desidera.Ok, è anche possibile che io, in totale buona fede, abbia sbagliato l'approccio iniziale; resta il fatto che questi atteggiamenti molto violenti e provocatori (graffi, lancio di oggetti, distacco dalle pareti di cartelloni e altro...), associati ad un completo rifiuto di svolgere le attività proposte, anche se si tratta di giochi, vanno secondo me affrontati lavorando in sinergia, non uno contro l'altro. Ritengo in sintesi che il problema di fondo sia proprio questa incomunicabilità fra i soggetti che si occupano del bambino, ognuno dei quali tampona il problema a modo proprio o lo sminuisce (il centro mi ha detto di ignorare certi atteggiamenti, ma a me arrivano quotidianamente colpi in faccia del tutto inaspettati e dati solo per provocazione).Io non conosco minimamente gli interventi fatti al centro, non so se esistano problemi analoghi con gli operatori, ignoro quali siano gli obiettivi relazionali che si intendono far raggiungere al bambino.Sembra un segreto di stato, perciò è ovvio che le modalità di lavoro siano molto eterogenee e a volte forse anche contraddittorie (e la confusione, la poca coerenza non è certo un bene per questi bambini!).Nell'interazione con gli altri il bambino non è autonomo,nel senso che non ha saputo generalizzare queste presunte abilità di autocontrollo su cui insiste il padre con tutti!Se qualcuno lo limita nel soddisfare i suoi capricci e non è nè il padre, nè l'educatrice, nè l'operatrice del centro (insomma tutti coloro che lo seguono da anni anche a casa o comunque nel solo ambito riabilitativo), i comportamenti problematici emergono immediatamente e in maniera devastante.Personalmente mi sto logorando, soprattutto dal punto di vista emotivo, perchè il bambino sembra avermi preso di mira e perchè mi sento molto solo nell'affrontare la situazione. Ogni giorno è una battaglia, che io però non riesco più a sostenere, passo le giornate a fare contenimento fisico per calmare il bambino e farlo lavorare, come vuole il padre, ma non ci sono sviluppi positivi e il rapporto fra me e il bambino si sta progressivamente deteriorando.Vi chiedo perciò aiuto e consiglio.Grazie mille e scusate la lunghezza.
Ultima modifica di leterbuck il Dom Ott 21, 2012 12:34 pm - modificato 1 volta. (Motivazione : titolo minuscolo)
lucab- Nuovo member
- Numero di messaggi : 2
Data d'iscrizione : 17.12.11
Re: Alunno autistico molto aggressivo
benvenuto tra noi, lucab!!
prima di risponderti, il bambino è verbale? quali sono le sue effettive competenze? legge, scrive? conosce i numeri? è in prima classe? grado di autonomia nei vari ambiti?
.. il tuo argomento richiede una risposta ragionata non indifferente.. appena possibile vediamo insieme come poterti aiutare, ok? stai tranquillo, troveremo una soluzione, anche se non sarà facile.. a presto dunque, ciao per ora..
prima di risponderti, il bambino è verbale? quali sono le sue effettive competenze? legge, scrive? conosce i numeri? è in prima classe? grado di autonomia nei vari ambiti?
.. il tuo argomento richiede una risposta ragionata non indifferente.. appena possibile vediamo insieme come poterti aiutare, ok? stai tranquillo, troveremo una soluzione, anche se non sarà facile.. a presto dunque, ciao per ora..
guardian angel- Millenium member
- Numero di messaggi : 3720
Data d'iscrizione : 29.09.10
Località : Toscana
Re: Alunno autistico molto aggressivo
Ciao leterbuck e grazie della tua attenzione.
Rispondo ad alcune delle tue domande:
1)il bambino non è propriamente verbale; utilizza qualche parola in modo stereotipato o comunque come forma di espressione ecolalica ripetitiva ed autostimolatoria (pronuncia spesso le parole "aiuto" o "maia"- che è il cartone che gli piace-, altre invece le utilizza con più difficoltà); fino a quest'estate comunque non parlava, da agosto ha cominciato a dare qualche risposta verbalmente.Particolare importante: utilizza la comunicazione facilitata, sulla quale, al centro che frequenta, insistono molto (direi in maniera quasi esclusiva);
2)sulle sue effettive competenze mi posso solo basare sul sentito dire (le poche informazioni datemi dal centro e dall'educatrice) e su qualcosa che ho potuto verificare io stesso; il bambino non presenta ritardo mentale e anzi sembra possedere un livello cognitivo elevato (a proposito di ciò che dicevo nel messaggio precedente il padre insiste che le nostre proposte didattiche sono troppo semplici e che lui reagisce violentemente perchè si stufa, bisognerebbe assegnarli compiti più elaborati ed impegnativi per costringerlo a stare buono...);sembra saper compiere addizioni e sottrazioni entro il 100 senza problemi (dico sembra perchè, pur non avendo riserve sulla comunicazione facilitata, mi sono accorto che indica un risultato sbagliato quando io, che lo guido nell'indicarmi il numero, casualmente lo sbaglio nella mia mente);sa leggere (anche questo valutato dalle risposte date ad un brano tramite CF, poi se gli si chiede di selezionare le figure relative ai personaggi della storia letta cade in errore),scrive se sostenuto fisicamente (presenta una notevole atonia), ora anche in corsivo;
3)frequenta la seconda;
4)è abbastanza autonoma nella cura personale e nella maggior parte degli ambiti.Come dicevo il grosso problema è a livello di controllo emotivo; tutti dicono che lui è furbo e capriccioso e se non si è duri ed energici da subito poi lui cerca di imporsi per spuntarla.Faccio un esempio: l'altro giorno è arrivato a scuola e ha chiesto di andare a bere.Gli ho chiesto di esprimere verbalmente con la parola "acqua" il suo desiderio di recarsi in bagno e, avendolo fatto correttamente,è stato accontentato. Una volta in bagno gli ho ho detto che avrebbe bevuto solo due volte, poi avrebbe messo via il bicchiere. Lo ha fatto, rispettando l'accordo, tuttavia al momento di mettere via il bicchiere lo ha ripreso in mano. Di fronte al mio "No, due sorsi e basta" ha reagito violentemente colpendomi il viso e procurandomi una ferita al volto.Ho provato a calmarlo, dicendogli che non sarebbe stato soddisfatto nel suo capriccio, ma lui ha intensificato le crisi e l'ho dovuto portare fuori dalla classe.Da lì ha proseguito poi per l'intera mattinata a picchiarmi.Ha scritto con la CF all'educatrice, che lo conosce da più tempo, che voleva alzare le mani verso di me per provocarmi ma non voleva farmi del male; tutto perchè la mamma a casa lo aveva minacciato che se si fosse comportato male con me gli avrebbe vietato il cartone animato preferito e dunque si è rivoltato contro di me per ribellione al divieto della mamma.Mi preoccupa il fatto che ormai, fra castighi e divieti imposti a casa e richiesti dai genitori a noi insegnanti (il padre ha detto: "Castigatelo duramente,facendogli scrivere 50 volte che non deve fare male"...Come se fosse facile contenerlo fisicamente e obbligarlo a stare seduto per scrivere il castigo!)non si sortisce più alcun effetto e lui alza sempre più il tiro, ovvero reagisce in modo ancor più violento e manesco, con chiunque gli capiti a tiro (fortunatamente relativamente poco con i compagni, che però lo temono e si allontanano da lui quando lo vedono picchiare noi maestri).L'unica apparentemente indenne è l'educatrice, alla quale si ribella molto di rado.
Per me è davvero desolante e deprimente, perchè sembra che dipenda da me e dal mio approccio conoscitivo iniziale un po' più morbido rispetto ad un contesto rigidissimo come quello creato dalla famiglia e dal centro (di cui peraltro sono venuto a conoscenza più chiaramente solo alcun settimane dopo l'inizio della scuola e che non pensavo consistesse in una coercizione così totale; sarà che io non condivido molto tali modalità operative e metodologie e forse il bambino ha colto la mia poca convinzione e il mio disagio...
Grazie del vostro interessamentoe soprattutto a chi saprà aiutarmi, anche solo con un piccolo suggerimento.
Rispondo ad alcune delle tue domande:
1)il bambino non è propriamente verbale; utilizza qualche parola in modo stereotipato o comunque come forma di espressione ecolalica ripetitiva ed autostimolatoria (pronuncia spesso le parole "aiuto" o "maia"- che è il cartone che gli piace-, altre invece le utilizza con più difficoltà); fino a quest'estate comunque non parlava, da agosto ha cominciato a dare qualche risposta verbalmente.Particolare importante: utilizza la comunicazione facilitata, sulla quale, al centro che frequenta, insistono molto (direi in maniera quasi esclusiva);
2)sulle sue effettive competenze mi posso solo basare sul sentito dire (le poche informazioni datemi dal centro e dall'educatrice) e su qualcosa che ho potuto verificare io stesso; il bambino non presenta ritardo mentale e anzi sembra possedere un livello cognitivo elevato (a proposito di ciò che dicevo nel messaggio precedente il padre insiste che le nostre proposte didattiche sono troppo semplici e che lui reagisce violentemente perchè si stufa, bisognerebbe assegnarli compiti più elaborati ed impegnativi per costringerlo a stare buono...);sembra saper compiere addizioni e sottrazioni entro il 100 senza problemi (dico sembra perchè, pur non avendo riserve sulla comunicazione facilitata, mi sono accorto che indica un risultato sbagliato quando io, che lo guido nell'indicarmi il numero, casualmente lo sbaglio nella mia mente);sa leggere (anche questo valutato dalle risposte date ad un brano tramite CF, poi se gli si chiede di selezionare le figure relative ai personaggi della storia letta cade in errore),scrive se sostenuto fisicamente (presenta una notevole atonia), ora anche in corsivo;
3)frequenta la seconda;
4)è abbastanza autonoma nella cura personale e nella maggior parte degli ambiti.Come dicevo il grosso problema è a livello di controllo emotivo; tutti dicono che lui è furbo e capriccioso e se non si è duri ed energici da subito poi lui cerca di imporsi per spuntarla.Faccio un esempio: l'altro giorno è arrivato a scuola e ha chiesto di andare a bere.Gli ho chiesto di esprimere verbalmente con la parola "acqua" il suo desiderio di recarsi in bagno e, avendolo fatto correttamente,è stato accontentato. Una volta in bagno gli ho ho detto che avrebbe bevuto solo due volte, poi avrebbe messo via il bicchiere. Lo ha fatto, rispettando l'accordo, tuttavia al momento di mettere via il bicchiere lo ha ripreso in mano. Di fronte al mio "No, due sorsi e basta" ha reagito violentemente colpendomi il viso e procurandomi una ferita al volto.Ho provato a calmarlo, dicendogli che non sarebbe stato soddisfatto nel suo capriccio, ma lui ha intensificato le crisi e l'ho dovuto portare fuori dalla classe.Da lì ha proseguito poi per l'intera mattinata a picchiarmi.Ha scritto con la CF all'educatrice, che lo conosce da più tempo, che voleva alzare le mani verso di me per provocarmi ma non voleva farmi del male; tutto perchè la mamma a casa lo aveva minacciato che se si fosse comportato male con me gli avrebbe vietato il cartone animato preferito e dunque si è rivoltato contro di me per ribellione al divieto della mamma.Mi preoccupa il fatto che ormai, fra castighi e divieti imposti a casa e richiesti dai genitori a noi insegnanti (il padre ha detto: "Castigatelo duramente,facendogli scrivere 50 volte che non deve fare male"...Come se fosse facile contenerlo fisicamente e obbligarlo a stare seduto per scrivere il castigo!)non si sortisce più alcun effetto e lui alza sempre più il tiro, ovvero reagisce in modo ancor più violento e manesco, con chiunque gli capiti a tiro (fortunatamente relativamente poco con i compagni, che però lo temono e si allontanano da lui quando lo vedono picchiare noi maestri).L'unica apparentemente indenne è l'educatrice, alla quale si ribella molto di rado.
Per me è davvero desolante e deprimente, perchè sembra che dipenda da me e dal mio approccio conoscitivo iniziale un po' più morbido rispetto ad un contesto rigidissimo come quello creato dalla famiglia e dal centro (di cui peraltro sono venuto a conoscenza più chiaramente solo alcun settimane dopo l'inizio della scuola e che non pensavo consistesse in una coercizione così totale; sarà che io non condivido molto tali modalità operative e metodologie e forse il bambino ha colto la mia poca convinzione e il mio disagio...
Grazie del vostro interessamentoe soprattutto a chi saprà aiutarmi, anche solo con un piccolo suggerimento.
lucab- Nuovo member
- Numero di messaggi : 2
Data d'iscrizione : 17.12.11
Re: Alunno autistico molto aggressivo
ok, capisco un po' meglio la situazione..
io penso che tu stia lavorando nella giusta direzione, in modo corretto e rispettoso verso il bambino che, se è tutto come scrivi, sembra vivere una condizione troppo rigida, costrittiva e pregna di divieti; se quando è con te il bambino 'esplode' forse non è del tutto casuale.. sa che non ti opponi a lui..
..è vero che con i soggetti autistici si deve essere rigorosi e autorevoli, hanno un carattere forte e spesso sono oppositivi e provocatori e che necessitano di regole, ma in questo caso mi sembra che si stiano superando i limiti e solo per soddisfare le pretese della famiglia, non in funzione del benessere e per la crescita evolutiva e l'arricchimento formativo del loro figlio.. e così stando le cose, mi par di capire che invece nella famiglia mancano l'affettività, la dolcezza, la comprensione, che potrebbero stimolare (anche solo per 'modeling/imitazione') un eventuale comportamento più disponibile e rilassato dei nostri alunni..
dovresti, forse, rafforzare le tue intenzioni, credere in ciò che fai, premiare il bambino ad ogni comportamento adeguato (rinforzo positivo), prevenire le crisi (gestione antecedenti e conseguenze) e ignorare (strategia dell'estinzione), fin dove possibile, certi atteggiamenti/comportamenti.. poi, non permettergli di metterti le mani addosso (evita ulteriori divieti, almeno per ora), stai a debita distanza e, per finire, ridimensiona il ruolo e l'importanza dell'educatrice; perchè, ad esempio, riferire a lei con la CF dell'accaduto e giustificarsi? questo non l'ho capito..
di tutto ciò trovi gli approfondimenti qui:
https://sostegno.forumattivo.com/f35-strategie-di-intervento
il rapporto con la famiglia: se riesci ad interiorizzare a pieno le strategie di cui sopra, ti accorgerai che sono efficaci anche nella relazione con la famiglia; se un rapporto sereno, collaborativo, equilibrato, di fiducia reciproca non è possibile (quasi sempre, purtroppo è così), a causa dell'eccessiva chiusura e rigidità paterna, oltre che per le tue insicurezze, applica quanto sopra: cordialità ed educazione sempre ma poni dei paletti, quando comunichi con loro esprimi con professionalità e dati tecnici, oltre che attraverso la normativa ciò che vuoi chiarire.. e chiedi che ti venga lasciato il tempo necessario e dovuto per stabilire con l'alunno un rapporto tale da permettere ad entrambi di lavorare insieme, senza interferenze: se la famiglia è consapevole/competente dovrà essere al corrente che questo non si realizza a breve e che richiede a volte anche mesi e mesi di lavoro..
stessa cosa con l'educatrice: che titoli ha? è competente o si limita, per paura delle conseguenze, ad eseguire istruzioni?
io penso che tu stia lavorando nella giusta direzione, in modo corretto e rispettoso verso il bambino che, se è tutto come scrivi, sembra vivere una condizione troppo rigida, costrittiva e pregna di divieti; se quando è con te il bambino 'esplode' forse non è del tutto casuale.. sa che non ti opponi a lui..
..è vero che con i soggetti autistici si deve essere rigorosi e autorevoli, hanno un carattere forte e spesso sono oppositivi e provocatori e che necessitano di regole, ma in questo caso mi sembra che si stiano superando i limiti e solo per soddisfare le pretese della famiglia, non in funzione del benessere e per la crescita evolutiva e l'arricchimento formativo del loro figlio.. e così stando le cose, mi par di capire che invece nella famiglia mancano l'affettività, la dolcezza, la comprensione, che potrebbero stimolare (anche solo per 'modeling/imitazione') un eventuale comportamento più disponibile e rilassato dei nostri alunni..
dovresti, forse, rafforzare le tue intenzioni, credere in ciò che fai, premiare il bambino ad ogni comportamento adeguato (rinforzo positivo), prevenire le crisi (gestione antecedenti e conseguenze) e ignorare (strategia dell'estinzione), fin dove possibile, certi atteggiamenti/comportamenti.. poi, non permettergli di metterti le mani addosso (evita ulteriori divieti, almeno per ora), stai a debita distanza e, per finire, ridimensiona il ruolo e l'importanza dell'educatrice; perchè, ad esempio, riferire a lei con la CF dell'accaduto e giustificarsi? questo non l'ho capito..
di tutto ciò trovi gli approfondimenti qui:
https://sostegno.forumattivo.com/f35-strategie-di-intervento
il rapporto con la famiglia: se riesci ad interiorizzare a pieno le strategie di cui sopra, ti accorgerai che sono efficaci anche nella relazione con la famiglia; se un rapporto sereno, collaborativo, equilibrato, di fiducia reciproca non è possibile (quasi sempre, purtroppo è così), a causa dell'eccessiva chiusura e rigidità paterna, oltre che per le tue insicurezze, applica quanto sopra: cordialità ed educazione sempre ma poni dei paletti, quando comunichi con loro esprimi con professionalità e dati tecnici, oltre che attraverso la normativa ciò che vuoi chiarire.. e chiedi che ti venga lasciato il tempo necessario e dovuto per stabilire con l'alunno un rapporto tale da permettere ad entrambi di lavorare insieme, senza interferenze: se la famiglia è consapevole/competente dovrà essere al corrente che questo non si realizza a breve e che richiede a volte anche mesi e mesi di lavoro..
stessa cosa con l'educatrice: che titoli ha? è competente o si limita, per paura delle conseguenze, ad eseguire istruzioni?
guardian angel- Millenium member
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