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"Maestra, solo io scrivo e leggo con i puntini?". Storia di un bambino cieco
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"Maestra, solo io scrivo e leggo con i puntini?". Storia di un bambino cieco
SCUOLA E CENTRI DI CONSULENZA TIFLODIDATTICA:
UNA ESPERIENZA SIGNIFICATIVA DI COLLABORAZIONE
Non sempre è vero che l'integrazione scolastica non riesce a dare quei frutti che i genitori di bambini o ragazzi non vedenti o ipovedenti si aspettano dalla scuola.
Di esperienze nuove, significative e ricche di interesse ve ne sono, anche se spesso rischiano di rimanere non opportunamente valorizzate e riconosciute.
Quella che riportiamo di seguito è sicuramente degna di nota, in quanto, oltre ad incidere positivamente ed in modo concreto sul vissuto e sulle esperienze di giovanissimi alunni, costituisce una modalità… educativa da "esportare".
Paolo è un bimbo non vedente dalla nascita e ha frequentato l'ultimo anno di scuola elementare presso il I Circolo di Atessa, un paese in provincia di Chieti.
E' un bambino sereno, impegnato nella sua attività… scolastica, ben seguito dal gruppo docente, brioso nel modo di porsi con gli altri.
Paolo agli inizi della terza elementare rende esplicita una domanda:
"Maestra, solo io scrivo e leggo con i puntini?".
Per una serie di motivi i compagni di classe di Paolo non hanno potuto apprendere il sistema di lettura e scrittura Braille, ma ciò non ha ostacolato il loro desiderio di andare incontro alle esigenze del bambino non vedente.
Nella consapevolezza che il momento della presa di coscienza di una diversità si sarebbe presentato alle insegnanti e che le stesse avrebbero dovuto garantire forme adeguate di risposta, si è pensato di coinvolgere a tal proposito il Gruppo H operativo dell'Istituto Scolastico.
Tale momento di crescita rappresenta infatti nello sviluppo della personalità del bambino non vedente una tappa estremamente delicata, che da un lato pone le basi per una percezione serena di sè‚ confermata nella propria identità, mentre dall'altro pone sempre in seria difficoltà genitori, insegnanti (anche specializzati) e spesso gli stessi compagni, disorientati nell'adeguatezza della risposta.
Così il gruppo degli insegnanti e degli esperti, in sede di gruppo H operativo, decide, all'interno di un intervento psicopedagogico pluridirezionale, di far conoscere a Paolo altri coetanei che vivono lo stesso disagio.
Emerge con immediatezza una difficoltà nel risolvere tale problematica, in quanto non sono presenti sul territorio provinciale coetanei del piccolo Paolo
Gli operatori del Gruppo H decidono pertanto di rivolgersi al Centro di Consulenza Tiflodidattica che ha sede a Chieti, coinvolgendo la responsabile del Centro ed informandola dell'obiettivo educativo che il gruppo si era posto.
La collaborazione tra scuola e Centro di Consulenza Tiflodidattica si rivela così preziosa: attraverso la rete dei C.C.T. della Biblioteca Italiana per i Ciechi e della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi, presente sul territorio nazionale, si avvia una ricerca mirata allo scopo.
Il Centro di Consulenza Tiflodidattica con sede in Assisi individua una coetanea del piccolo Paolo in Gubbio.
Laura è una bimba non vedente che frequenta la quinta elementare presso la scuola primaria di Padule di Gubbio: è motivata ad apprendere, attenta, sensibile e ben integrata nella sua classe.
I Centri così si attivano per favorire momenti di comunicazione e collaborazione tra i rispettivi due gruppi di insegnanti, sia curricolari che di sostegno.
Il dialogo è oramai avviato: durante il periodo della terza elementare comincia uno scambio epistolare tra i bambini delle due scuole, si inviano fotografie e le docenti entrano in contatto telefonico.
Durante la quarta elementare, dopo un anno, le insegnanti delle due scuole concordano, unitamente ai dirigenti, la realizzazione di un progetto educativo finalizzato a favorire l'integrazione sociale e lo scambio comunicativo dei due bambini non vedenti: si avvia il progetto dal titolo "Tanti modi per comunicare" che consente la realizzazione di un gemellaggio tra le due scuole.
Nell'aprile 2003 i bambini di Atessa vengono ospitati dalla scuola eugubina con tutti gli onori del caso; gli scolari di Gubbio fanno da guida turistica ai loro coetanei abruzzesi, mentre anche il sindaco saluta con calore i suoi piccoli ospiti.
Nell'aprile 2004, durante l'ultimo anno di scuola elementare, la visita viene ricambiata e gli alunni di Padule di Gubbio sono accolti in Atessa dalle insegnanti, dai genitori, dal dirigente scolastico e dal sindaco.
Il progetto ha avuto grande successo, con massimo coinvolgimento dei genitori degli alunni degli istituti scolastici; l'esperienza è infatti risultata significativa e piena di allegria, con canti, balli, poesie e recitazioni.
I bambini di Padule di Gubbio, insieme ai lori insegnati, hanno prodotto un cd-rom sull'esperienza effettuata, mentre quelli di Atessa hanno realizzato un piccolo libro sull'esperienza vissuta.
Sicuramente quanto avvenuto si pone perfettamente nel quadro della valorizzazione dell'"altro" come risorsa, del riconoscimento della diversità come ricchezza e possibilità di scambio comunicativo-culturale, in modo allegro e coinvolgente.
L'esigenza di comunicare dei due bambini non vedenti attraverso la corrispondenza in Braille, insieme a quella di tutti gli altri compagni, ha costituito il punto cardine attorno al quale costruire, nello specifico, l'intera impalcatura educativo-progettuale, con avvenimenti che sicuramente rimarranno nella memoria.
L'entusiasmo e l'incidenza educativa con cui tutti hanno portato avanti il progetto rappresentano sicuramente motivi utili affinchè‚ questo trovi una giusta continuità, nel futuro, per i successivi ordini di scuola che Paolo e Laura frequenteranno.
Sergio Basciani,
consulente tiflologo del Centro di Consulenza Tiflodidattica di Chieti
Marisa Giangiulio Giangiulio,
responsabile del Centro di Consulenza Tiflodidattica di Chieti
UNA ESPERIENZA SIGNIFICATIVA DI COLLABORAZIONE
Non sempre è vero che l'integrazione scolastica non riesce a dare quei frutti che i genitori di bambini o ragazzi non vedenti o ipovedenti si aspettano dalla scuola.
Di esperienze nuove, significative e ricche di interesse ve ne sono, anche se spesso rischiano di rimanere non opportunamente valorizzate e riconosciute.
Quella che riportiamo di seguito è sicuramente degna di nota, in quanto, oltre ad incidere positivamente ed in modo concreto sul vissuto e sulle esperienze di giovanissimi alunni, costituisce una modalità… educativa da "esportare".
Paolo è un bimbo non vedente dalla nascita e ha frequentato l'ultimo anno di scuola elementare presso il I Circolo di Atessa, un paese in provincia di Chieti.
E' un bambino sereno, impegnato nella sua attività… scolastica, ben seguito dal gruppo docente, brioso nel modo di porsi con gli altri.
Paolo agli inizi della terza elementare rende esplicita una domanda:
"Maestra, solo io scrivo e leggo con i puntini?".
Per una serie di motivi i compagni di classe di Paolo non hanno potuto apprendere il sistema di lettura e scrittura Braille, ma ciò non ha ostacolato il loro desiderio di andare incontro alle esigenze del bambino non vedente.
Nella consapevolezza che il momento della presa di coscienza di una diversità si sarebbe presentato alle insegnanti e che le stesse avrebbero dovuto garantire forme adeguate di risposta, si è pensato di coinvolgere a tal proposito il Gruppo H operativo dell'Istituto Scolastico.
Tale momento di crescita rappresenta infatti nello sviluppo della personalità del bambino non vedente una tappa estremamente delicata, che da un lato pone le basi per una percezione serena di sè‚ confermata nella propria identità, mentre dall'altro pone sempre in seria difficoltà genitori, insegnanti (anche specializzati) e spesso gli stessi compagni, disorientati nell'adeguatezza della risposta.
Così il gruppo degli insegnanti e degli esperti, in sede di gruppo H operativo, decide, all'interno di un intervento psicopedagogico pluridirezionale, di far conoscere a Paolo altri coetanei che vivono lo stesso disagio.
Emerge con immediatezza una difficoltà nel risolvere tale problematica, in quanto non sono presenti sul territorio provinciale coetanei del piccolo Paolo
Gli operatori del Gruppo H decidono pertanto di rivolgersi al Centro di Consulenza Tiflodidattica che ha sede a Chieti, coinvolgendo la responsabile del Centro ed informandola dell'obiettivo educativo che il gruppo si era posto.
La collaborazione tra scuola e Centro di Consulenza Tiflodidattica si rivela così preziosa: attraverso la rete dei C.C.T. della Biblioteca Italiana per i Ciechi e della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi, presente sul territorio nazionale, si avvia una ricerca mirata allo scopo.
Il Centro di Consulenza Tiflodidattica con sede in Assisi individua una coetanea del piccolo Paolo in Gubbio.
Laura è una bimba non vedente che frequenta la quinta elementare presso la scuola primaria di Padule di Gubbio: è motivata ad apprendere, attenta, sensibile e ben integrata nella sua classe.
I Centri così si attivano per favorire momenti di comunicazione e collaborazione tra i rispettivi due gruppi di insegnanti, sia curricolari che di sostegno.
Il dialogo è oramai avviato: durante il periodo della terza elementare comincia uno scambio epistolare tra i bambini delle due scuole, si inviano fotografie e le docenti entrano in contatto telefonico.
Durante la quarta elementare, dopo un anno, le insegnanti delle due scuole concordano, unitamente ai dirigenti, la realizzazione di un progetto educativo finalizzato a favorire l'integrazione sociale e lo scambio comunicativo dei due bambini non vedenti: si avvia il progetto dal titolo "Tanti modi per comunicare" che consente la realizzazione di un gemellaggio tra le due scuole.
Nell'aprile 2003 i bambini di Atessa vengono ospitati dalla scuola eugubina con tutti gli onori del caso; gli scolari di Gubbio fanno da guida turistica ai loro coetanei abruzzesi, mentre anche il sindaco saluta con calore i suoi piccoli ospiti.
Nell'aprile 2004, durante l'ultimo anno di scuola elementare, la visita viene ricambiata e gli alunni di Padule di Gubbio sono accolti in Atessa dalle insegnanti, dai genitori, dal dirigente scolastico e dal sindaco.
Il progetto ha avuto grande successo, con massimo coinvolgimento dei genitori degli alunni degli istituti scolastici; l'esperienza è infatti risultata significativa e piena di allegria, con canti, balli, poesie e recitazioni.
I bambini di Padule di Gubbio, insieme ai lori insegnati, hanno prodotto un cd-rom sull'esperienza effettuata, mentre quelli di Atessa hanno realizzato un piccolo libro sull'esperienza vissuta.
Sicuramente quanto avvenuto si pone perfettamente nel quadro della valorizzazione dell'"altro" come risorsa, del riconoscimento della diversità come ricchezza e possibilità di scambio comunicativo-culturale, in modo allegro e coinvolgente.
L'esigenza di comunicare dei due bambini non vedenti attraverso la corrispondenza in Braille, insieme a quella di tutti gli altri compagni, ha costituito il punto cardine attorno al quale costruire, nello specifico, l'intera impalcatura educativo-progettuale, con avvenimenti che sicuramente rimarranno nella memoria.
L'entusiasmo e l'incidenza educativa con cui tutti hanno portato avanti il progetto rappresentano sicuramente motivi utili affinchè‚ questo trovi una giusta continuità, nel futuro, per i successivi ordini di scuola che Paolo e Laura frequenteranno.
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consulente tiflologo del Centro di Consulenza Tiflodidattica di Chieti
Marisa Giangiulio Giangiulio,
responsabile del Centro di Consulenza Tiflodidattica di Chieti
Ultima modifica di leterbuck il Sab Ott 29, 2011 9:13 pm - modificato 1 volta. (Motivazione : titolo minuscolo)
gabina- Advanced Member
- Numero di messaggi : 151
Data d'iscrizione : 20.11.08

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