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Classi speciali. Discussione in Svizzera
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Classi speciali. Discussione in Svizzera
Amici di S.O.S. Sostegno, vengo a riferirvi su uno dei temi trattati durante questi giorni a Ginevra, dove sono stato chiamato già due anni or sono, per esportare il mio modello di intervento sull'autismo, nonchè per formare contestualmente nuovi operatori secondo il mio metodo abilitativo-riabilitativo. Il tema di cui vorrei raccontarvi, credo che sia di specifico interesse per la vosta professione, ed è per questo che ho deciso di inserirlo come topic in questo forum. E' accaduto che durante una lezione plenaria "a reti unificate" (come sono solito definirla e come spesso amo fare) tra terapisti, genitori e insegnanti della scuola dell'infanzia e primaria, è emerso un quesito specifico e di grande importanza: "Il bambino con handicap, deve stare in classi speciali con altri bambini disabili, o è bene che frequenti una classe in cui troverebbe solo bambini senza problemi, diciamo pure normali?". La tendenza, anzi, la prassi, in Svizzera e in Francia, è quella di tenere i bambini con handicap in classi speciali, il che significa vedere nella stessa classe, autistici, ciechi, sordi, paralisi cerebrali, iperattivi, e così via dicendo a seconda del tipo di disabilità che può esserci in quella circostanza. Dico subito che ho espresso senza mezzi termini la mia posizione, che è a favore di un modello diverso da quello svizzero e francese, in quanto sono del parere che un bambino con problemi deve ricevere dal gruppo, modelli di normalità e non di distorsioni linguistiche verbali, comportamentali, sensoriali... e per essere anche più incisivo, mi sono rivolto alla platea invitando tutti ad immedesimarsi non nei panni dei genitori di bambini senza problemi o degli insegnanti di base che si vedono disturbati e infastiditi dalla presenza del bambino turbolento e disturbante, ma immedesimarsi piuttosto nei panni dei genitori del bambino con problemi, cui viene vietata la possibilità di crescere e reuperare insieme ad altri suoi coetanei cui dovrebbe ispirarsi e conformarsi.
Mentre dicevo tutto ciò, il mio pensiero -credetemi- è andato a voi, al vostro lavoro, al vostro ruolo, al vostro impegno e ai vostri dibattiti. Senza figure come la vostra, il modello che io ho veementemente sostenuto come migliore di quello in voga in alcuni paesi, non sarebbe realizzabile.
Massimo Borghese
Mentre dicevo tutto ciò, il mio pensiero -credetemi- è andato a voi, al vostro lavoro, al vostro ruolo, al vostro impegno e ai vostri dibattiti. Senza figure come la vostra, il modello che io ho veementemente sostenuto come migliore di quello in voga in alcuni paesi, non sarebbe realizzabile.
Massimo Borghese
Re: Classi speciali. Discussione in Svizzera
Dal "di dentro" , ovvero da insegnante che opera nella scuola , posso dire che la presenza di questi alunni con bisogni educativi speciali è una risorsa per la classe.
Io ho notato che nelle classi, dove è presente un bambino con bisogni educativi speciali, i bambini si responsabilizzano in modo "naturale" : sanno cosa piace al loro compagno, cosa lo rende nervoso... Fanno da tutor anche ai nuovi arrivati, spiegando loro come approcciarsi con il compagno. Fanno da tutor al bambino accompagnandolo dallo scuolabus in aula...
In queste classi si respira un atteggiamento , di fondo, diverso dalle altre .
Dall'altro versante , il bambino con bisogni educativi speciali ha la possibilità di relazionarsi e di essere inserito tra bambini "normodotati" .
COSA MODIFICHEREI?
Qui siamo nel campo dell'utopia : istituirei un fondo per le scuola che hanno bambini con disabilità per poter acquistare materiali e strutture adatte a loro e alla loro crescita.
Questa è la pecca di tante scuole ... non poter garantire a questi alunni dei luoghi/ strumenti adatti a loro ( penso ad esempio ad una bella aula di psicomotricità : per tutti i ragazzi che da subito dopo la ricreazione sono stanchi ed hanno bisogno di attività alternative o di quelli che devono scaricare tensioni ed aggressività) .
A tanti materiali didattici specifici che non possiamo acquistare e che siamo costretti a "riprodurre" in modo approssimato con materiali di recupero ...
Qui la scuola pubblica è deficitaria.
Io ho notato che nelle classi, dove è presente un bambino con bisogni educativi speciali, i bambini si responsabilizzano in modo "naturale" : sanno cosa piace al loro compagno, cosa lo rende nervoso... Fanno da tutor anche ai nuovi arrivati, spiegando loro come approcciarsi con il compagno. Fanno da tutor al bambino accompagnandolo dallo scuolabus in aula...
In queste classi si respira un atteggiamento , di fondo, diverso dalle altre .
Dall'altro versante , il bambino con bisogni educativi speciali ha la possibilità di relazionarsi e di essere inserito tra bambini "normodotati" .
COSA MODIFICHEREI?
Qui siamo nel campo dell'utopia : istituirei un fondo per le scuola che hanno bambini con disabilità per poter acquistare materiali e strutture adatte a loro e alla loro crescita.
Questa è la pecca di tante scuole ... non poter garantire a questi alunni dei luoghi/ strumenti adatti a loro ( penso ad esempio ad una bella aula di psicomotricità : per tutti i ragazzi che da subito dopo la ricreazione sono stanchi ed hanno bisogno di attività alternative o di quelli che devono scaricare tensioni ed aggressività) .
A tanti materiali didattici specifici che non possiamo acquistare e che siamo costretti a "riprodurre" in modo approssimato con materiali di recupero ...
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