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Logopediste che vengono a colloquio
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Logopediste che vengono a colloquio
Dedico qualche riflessione ai terapisti che vengono a colloquio -sempre molto numerosi- davanti alla mia scrivania, per chiedere aggiornamento, confronto, lavoro... Già, ma cominciamo a cercare di capire: che cosa vogliono veramente? Nella maggior parte dei casi, e mi sembra anche legittimo, il succo finale del significato della loro richiesta di colloquio, è la speranza di poter lavorare, e considerato che presso i miei centri il lavoro è ben remunerato, la professionalità è altamente riconosciuta, e ad ogni operatore vengono date ampia autonomia e dignità professionale, comprendo bene che l'obiettivo principale sia entrare far parte del nostro staff.
Però...
Ed ecco il "però"...
In cambio di quelle caratteristiche allettanti ed appetibili sopra descritte, viene chiesto di preparasi adeguatamente, nel senso di partecipare al corso base di formazione, e di effettuare un preliminare periodo di tirocinio presso le nostre strutture, non fosse altro per vedere come si lavora da noi, quali tecniche si utilizzano, come si approcciano le diverse situazioni relative alle patologie che trattiamo, come ci si relaziona con le famiglie e come ci si confronta tra operatori.
Non pretendo di insegnare niente (anche se c'è sempre da imparare qualcosa...), ma anche la più anziana e "navigata" terapista potrebbe attingere qualcosa di nuovo. Del resto, se fosse già in possesso di tutto e non avesse altre ambizioni, non sarebbe venuta a chiedere colloquio e lavoro
Ecco, a questo punto posso raccontare di aver incontrato professioniste già in carriera, altamente qualificate e capaci, che hanno dimostrato l'intelligenza pratica di capire che comunque era necessario riconfrontarsi con una realtà nuova, aderendo di buon grado all'idea di partecipare al corso (che peraltro di anno in anno si rinnova come momento di aggiornamento per tutti) e frequentare per diversi mesi le stanze di diagnostica e terapia, al fine di poter integrarsi al meglio in un lavoro di squadra complesso ed articolato; così come ho incontrato giovani presuntuosette, nella maggior parte neolaureate piene di sè, che hanno accolto la proposta-invito di seguire prima il corso ed un periodo di tirocinio, come un'offesa alla loro grande capacità, come se non avessero bisogno di altro al di fuori di un contratto immediato e di un riconoscimento dei frutti (ahimè) degli indottrinamenti ricevuti da un'università che a quanto pare insegna più la presunzione e la boria, che non il modo di lavorare come terapista.
Pertanto:
- Restate dove siete rimaste, giovani presuntuose boriose ragazzine che credete di avere già il mondo in mano.
- Benvenute giovani e meno giovani professioniste che avete già dimostrato e state dimostrando la vostra capacità e la vostra maturità umana e professionale. A breve, i nostri centri ed i nostri assistiti si arricchiranno dei contributi della vostra opera.
Massimo Borghese
Però...
Ed ecco il "però"...
In cambio di quelle caratteristiche allettanti ed appetibili sopra descritte, viene chiesto di preparasi adeguatamente, nel senso di partecipare al corso base di formazione, e di effettuare un preliminare periodo di tirocinio presso le nostre strutture, non fosse altro per vedere come si lavora da noi, quali tecniche si utilizzano, come si approcciano le diverse situazioni relative alle patologie che trattiamo, come ci si relaziona con le famiglie e come ci si confronta tra operatori.
Non pretendo di insegnare niente (anche se c'è sempre da imparare qualcosa...), ma anche la più anziana e "navigata" terapista potrebbe attingere qualcosa di nuovo. Del resto, se fosse già in possesso di tutto e non avesse altre ambizioni, non sarebbe venuta a chiedere colloquio e lavoro
Ecco, a questo punto posso raccontare di aver incontrato professioniste già in carriera, altamente qualificate e capaci, che hanno dimostrato l'intelligenza pratica di capire che comunque era necessario riconfrontarsi con una realtà nuova, aderendo di buon grado all'idea di partecipare al corso (che peraltro di anno in anno si rinnova come momento di aggiornamento per tutti) e frequentare per diversi mesi le stanze di diagnostica e terapia, al fine di poter integrarsi al meglio in un lavoro di squadra complesso ed articolato; così come ho incontrato giovani presuntuosette, nella maggior parte neolaureate piene di sè, che hanno accolto la proposta-invito di seguire prima il corso ed un periodo di tirocinio, come un'offesa alla loro grande capacità, come se non avessero bisogno di altro al di fuori di un contratto immediato e di un riconoscimento dei frutti (ahimè) degli indottrinamenti ricevuti da un'università che a quanto pare insegna più la presunzione e la boria, che non il modo di lavorare come terapista.
Pertanto:
- Restate dove siete rimaste, giovani presuntuose boriose ragazzine che credete di avere già il mondo in mano.
- Benvenute giovani e meno giovani professioniste che avete già dimostrato e state dimostrando la vostra capacità e la vostra maturità umana e professionale. A breve, i nostri centri ed i nostri assistiti si arricchiranno dei contributi della vostra opera.
Massimo Borghese
grazie
gentile prof. Borghese
quello che lei dà alle logopediste e ai professionisti della riabilitazione è una grande opportunità e credo che non possiamo fare altro che ringraziarla..
sono stata personalmente in molti centri della mia città chiedendo di poter fare tirocinio ed essere seguita, la risposta che spesso mi veniva data era che oltre a dover avere una serie di documentazione infinita (permessi, assicurazioni, consensi privacy, ecc.) me la sarei dovuta vedere da sola perchè potevo osservare ma non sperare di avere spiegazioni da parte di chi era cosi impegnato nel proprio lavoro.
Avrei voluto partecipare al suo corso lo scorso anno e quest'anno ma le precarie condizioni del centro in cui lavoro che portano ad altrettanto precarie condizioni economiche non mi hanno permesso di essere dei vostri. spero il prossimo anno e aspetto con fiducia che lei possa aprire un centro anche qui a Roma perchè ce n'è davvero bisogno.
Grazie ancora
quello che lei dà alle logopediste e ai professionisti della riabilitazione è una grande opportunità e credo che non possiamo fare altro che ringraziarla..
sono stata personalmente in molti centri della mia città chiedendo di poter fare tirocinio ed essere seguita, la risposta che spesso mi veniva data era che oltre a dover avere una serie di documentazione infinita (permessi, assicurazioni, consensi privacy, ecc.) me la sarei dovuta vedere da sola perchè potevo osservare ma non sperare di avere spiegazioni da parte di chi era cosi impegnato nel proprio lavoro.
Avrei voluto partecipare al suo corso lo scorso anno e quest'anno ma le precarie condizioni del centro in cui lavoro che portano ad altrettanto precarie condizioni economiche non mi hanno permesso di essere dei vostri. spero il prossimo anno e aspetto con fiducia che lei possa aprire un centro anche qui a Roma perchè ce n'è davvero bisogno.
Grazie ancora
Re: Logopediste che vengono a colloquio
Ho ricevuto una bomboniera di laurea da parte di un'allieva.
Della confezione faceva parte una piccola pergamena sulla quale la neolaureata ha scritto una serie di dediche. Tra queste ce n'era una che evidentemente riguardava me:
"A Massimo che mi ha trasmesso cosa vuole dire lavorare con Amore".
Non ci avevo mai pensato, non ci avevo mai fatto caso...
Alla mia allieva devo aver dato sicuramente l'insegnamento di tanti aspetti della nostra professione, ma lei, in quella dedica, mi ha dato un dono particolare, prezioso, che mi ha aiutato a leggere dentro me stesso ed al mio modo di lavorare, che mi lusinga, mi onora, mi fa sentire meglio in tanti momenti in cui proprio dal mio lavoro provengono amarezze e delusioni.
Massimo Borghese
Della confezione faceva parte una piccola pergamena sulla quale la neolaureata ha scritto una serie di dediche. Tra queste ce n'era una che evidentemente riguardava me:
"A Massimo che mi ha trasmesso cosa vuole dire lavorare con Amore".
Non ci avevo mai pensato, non ci avevo mai fatto caso...
Alla mia allieva devo aver dato sicuramente l'insegnamento di tanti aspetti della nostra professione, ma lei, in quella dedica, mi ha dato un dono particolare, prezioso, che mi ha aiutato a leggere dentro me stesso ed al mio modo di lavorare, che mi lusinga, mi onora, mi fa sentire meglio in tanti momenti in cui proprio dal mio lavoro provengono amarezze e delusioni.
Massimo Borghese
Re: Logopediste che vengono a colloquio
Geppetto il falegname si fabbrica un burattino perché è senza figli e lo chiama Pinocchio. Questi però si rivela animato e fugge via dal suo realizzatore, finendo tra le braccia di un carabiniere; Geppetto viene accusato e arrestato. Tornato a casa, Pinocchio viene redarguito dal Grillo Parlante, finché, indispettito, non lo schiaccia con un martello. Quando Geppetto viene liberato e torna a casa, Pinocchio gli promette di essere buono e che andrà a scuola; Geppetto allora lo veste e vende la sua giacca per comprargli un abbecedario. Uscito di casa, Pinocchio vende il libro in cambio di un biglietto per il teatro delle marionette; queste lo riconoscono come fratello e si mettono a festeggiarlo, interrompendo lo spettacolo e provocando l'ira del burattinaio Mangiafuoco, che minaccia di bruciare Pinocchio e Arlecchino; ma poi si impietosisce e regala al burattino delle monete. Uscito fuori, Pinocchio si imbatte nel Gatto e la Volpe, che gli consigliano di seppellire le monete nel campo dei Miracoli, per ritrovarle moltiplicate, e, dopo avergli scroccato la cena, lo assalgono. Pinocchio riesce in un primo tempo a fuggire, ma viene raggiunto davanti a una casina bianca ed impiccato a un albero. La casina è quella della Fata dai capelli turchini, che lo salva, lo cura con la purga ed ascolta la sua storia (e le sue bugie, che producono l'effetto di allungargli il naso). Ritornando da Geppetto, incontra nuovamente il Gatto e la Volpe e, non riconoscendo in loro i suoi misteriosi aggressori della notte precedente, lascia che lo accompagnino al Campo dei Miracoli dove semina le monete. Quando vi torna, scopre di essere stato derubato; andato a denunciare il furto, viene arrestato. Viene in seguito liberato ma tenta subito di rubare dell'uva in un campo; il contadino lo sorprende e lo costringe a far la guardia al suo pollaio. Quando viene lasciato andare, si reca a casa della fata, e vi trova una lapide: ella è morta di dolore perché abbandonata da lui. Pinocchio arriva sulla riva del mare, in tempo per vedere Geppetto che, sempre in cerca di lui, salpa su una barchetta e scompare tra i flutti; tenta di seguirlo a nuoto, ed arriva all'isola delle api indu-striose, dove incontra nuovamente la fata turchina sotto le spoglie di una povera donna. Qui è coinvolto in una rissa ed arrestato, ma riesce a fuggire inseguito dal mastino Alidoro, che salva dall'annegamento; Alidoro si sdebita salvando a sua volta Pinocchio dalla padella di un pescatore. Il burattino torna dalla fata, ma la notte prima di quella stabilita per il suo passaggio a ragazzo vero e proprio si fa convincere dall'amico Lucignolo ad andare nel Paese dei Balocchi. Rimane qui per mesi, e lentamente si trasforma in asino; comprato da un circo, si azzoppa ed è gettato in mare. Mentre nuota verso uno scoglio, viene inghiottito da una balena, nel cui ventre ritrova incredibilmente Geppetto. Riusciti a fuggire per miracolo dal ventre della balena, Pinocchio e Geppetto vengono riportati a riva dal tonno, e il burattino compie tutta una serie di buone azioni che rende possibile la sua trasformazione finale in ragazzo.
Ospite- Ospite
Re: Logopediste che vengono a colloquio
Hey ragazzi, un domani potrò raccontare di essere stato in un forum in cui ogni volta che scrivevo qualcosa, mi ritrovavo addosso l'alito profumato di una piattola azzeccosa che a quanto pare trascorreva le giornate in attesa di un mio post, per tirar subito fuori metafore da terza elementare, immagini surreali ed eruttazioni al vetriolo, credendo di portare avanti una crociata contro il sottoscritto. Quanto onore!
Re: Logopediste che vengono a colloquio
Si prega FELACO di rimanere in tema : si apra un nuovo post sulle sue dissertazioni che non sono inerenti al tema del thread.
LAVORARE CON AMORE ... credo che sia una condizione necessaria per chi voglia svolgere al meglio il proprio mestiere , specialmente per chi lavora con la disabilità.
E non c'è nulla da fare : la passione e l'amore si notano a mille miglia di distanza!!!
LAVORARE CON AMORE ... credo che sia una condizione necessaria per chi voglia svolgere al meglio il proprio mestiere , specialmente per chi lavora con la disabilità.
E non c'è nulla da fare : la passione e l'amore si notano a mille miglia di distanza!!!
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