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Scuola, per i nuovi insegnanti formazione iniziale sull'integrazione
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Scuola, per i nuovi insegnanti formazione iniziale sull'integrazione
Scuola, per i nuovi insegnanti formazione iniziale sull'integrazione
Nella bozza del Regolamento del ministero dell'Istruzione previsti insegnamenti specifici nel percorso universitario per tutti i futuri docenti: 32 crediti per scuola dell'infanzia e primaria, sei per la scuola secondaria
formazione
ROMA - Gli insegnanti del futuro, quelli che devono ancora compiere la loro formazione universitaria, avranno una parte del loro percorso formativo sui temi dell'integrazione scolastica, in particolare delle persone con disabilità. E' quanto prevede il regolamento sulla formazione iniziale dei docenti all'attenzione in queste settimane del Ministero dell'Istruzione e che è stato oggetto di un incontro ieri pomeriggio a viale Trastevere con la Consulta delle associazioni.
Chi vorrà intraprendere la formazione universitaria per insegnare nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria troverà 32 crediti (dei circa 300 complessivi) del suo percorso di studi dedicati agli aspetti didattici dell'integrazione scolastica, mentre per la scuola secondaria i crediti saranno sei.
A pesare, in questo secondo caso, è l'opposizione dei docenti universitari delle singole discipline: le associazioni delle persone disabili chiedevano una maggiore attenzione, ma è presumibile che non si riesca ad andare oltre il livello raggiunto.
"Si tratta di una modalità innovativa - afferma il vicepresidente della Fish Salvatore Nocera, fra i componenti della Consulta - che rappresenta un primo passo importante e che dovrebbe essere raggiunto, con l'emanazione del regolamento, entro la pausa estiva". Oltre alla formazione base, chi volesse diventare docente di sostegno avrebbe da guadagnarsi poi altri 60 crediti, grosso modo corrispondenti ad un anno accademico: saranno le università stesse a dover gestire questi corsi e non più enti pivati. Per ciò che riguarda quelle discipline nelle quali non sono attivati insegnamenti, gli atenei dovranno avvalersi di specialisti con documentata esperienza: si tratta ad esempio degli insegnamenti del braille, della didattica per bambini sordi o di quella specialistica per bambini con autismo o con sindrome di down.
"Noi comunque non ci facciamo a breve alcuna illusione - dice Nocera a nome delle associazioni delle persone disabili - perché al momento la formazione dei docenti curriculari è insufficiente, al punto che le famiglie che fanno ricorso al Consiglio di Stato ottengono sempre soddisfazione con l'aumento del numero di ore di sostegno per i loro figli". Nel corso dell'incontro di ieri si sono affrontati anche i temi delle linee guida di buone prassi per l'integrazione scolastica, su cui continua il confronto per giungere alla discussione della bozza nella prima decade di luglio, e dell'attuazione pratica dell'Intesa Stato Regioni del 20 marzo 2008 sulla presa in carico dell'integrazione scolastica anche da parte degli enti locali e delle Asl. (ska)
(SUPERABILE :12 giugno 2009)
Nella bozza del Regolamento del ministero dell'Istruzione previsti insegnamenti specifici nel percorso universitario per tutti i futuri docenti: 32 crediti per scuola dell'infanzia e primaria, sei per la scuola secondaria
formazione
ROMA - Gli insegnanti del futuro, quelli che devono ancora compiere la loro formazione universitaria, avranno una parte del loro percorso formativo sui temi dell'integrazione scolastica, in particolare delle persone con disabilità. E' quanto prevede il regolamento sulla formazione iniziale dei docenti all'attenzione in queste settimane del Ministero dell'Istruzione e che è stato oggetto di un incontro ieri pomeriggio a viale Trastevere con la Consulta delle associazioni.
Chi vorrà intraprendere la formazione universitaria per insegnare nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria troverà 32 crediti (dei circa 300 complessivi) del suo percorso di studi dedicati agli aspetti didattici dell'integrazione scolastica, mentre per la scuola secondaria i crediti saranno sei.
A pesare, in questo secondo caso, è l'opposizione dei docenti universitari delle singole discipline: le associazioni delle persone disabili chiedevano una maggiore attenzione, ma è presumibile che non si riesca ad andare oltre il livello raggiunto.
"Si tratta di una modalità innovativa - afferma il vicepresidente della Fish Salvatore Nocera, fra i componenti della Consulta - che rappresenta un primo passo importante e che dovrebbe essere raggiunto, con l'emanazione del regolamento, entro la pausa estiva". Oltre alla formazione base, chi volesse diventare docente di sostegno avrebbe da guadagnarsi poi altri 60 crediti, grosso modo corrispondenti ad un anno accademico: saranno le università stesse a dover gestire questi corsi e non più enti pivati. Per ciò che riguarda quelle discipline nelle quali non sono attivati insegnamenti, gli atenei dovranno avvalersi di specialisti con documentata esperienza: si tratta ad esempio degli insegnamenti del braille, della didattica per bambini sordi o di quella specialistica per bambini con autismo o con sindrome di down.
"Noi comunque non ci facciamo a breve alcuna illusione - dice Nocera a nome delle associazioni delle persone disabili - perché al momento la formazione dei docenti curriculari è insufficiente, al punto che le famiglie che fanno ricorso al Consiglio di Stato ottengono sempre soddisfazione con l'aumento del numero di ore di sostegno per i loro figli". Nel corso dell'incontro di ieri si sono affrontati anche i temi delle linee guida di buone prassi per l'integrazione scolastica, su cui continua il confronto per giungere alla discussione della bozza nella prima decade di luglio, e dell'attuazione pratica dell'Intesa Stato Regioni del 20 marzo 2008 sulla presa in carico dell'integrazione scolastica anche da parte degli enti locali e delle Asl. (ska)
(SUPERABILE :12 giugno 2009)
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