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Ancora su mancati interventi precoci
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Ancora su mancati interventi precoci
Ci risiamo! la storia si ripete (tristemente).
Riporto i contenuti di una mail che ho appena ricevuto nella posta privata, e relativa mia risposta:
Dott. Borghese, sono la mamma di un bambino down di tre anni, che tutti dicono essere intelligente e capace, ben stimolato dalla famiglia ma poi abbandonato da chi ha le competenze per correggere e stimolare correttamente. Mi scuso se sembra che mi stia lamentando ma non so che cosa fare quando mi sento dire queste cose e in particolare che è ancora troppo piccolo per una valutazione logopedica, che basta il lavoro della psicomotricista, la quale ha deciso che da gennaio a giugno non ha bisogno, tanto a scuola fa le stesse cose che farebbe con lui, scuola materna che non ha ancora trovato il tempo di condividere con me il PEI e che quindi non fa poi molto per aiutarlo a parlare. Lei cosa ne pensa? Devo aspettare o devo muovermi per non perdere tempo prezioso?
Mia risposta:
Penso che sia assurdo che ancora oggi si dica di attendere.
Se ci sono stati bambini Down che hanno avuto sviluppi cognitivi, comunicativi, verbali, comportamentali, sociali..., brillanti (e ce ne sono), è proprio perchè non sono state seguite politiche rinunciatarie e attendiste. Diciamolo sinceramente e chiaramente, ma soprattutto a fini costruttivi: il cervello di un bambino con sindrome di Down, è meno sviluppato, e dunque non dovrebbe essere difficile capire che per farlo evolvere più di quanto non gli concedano le sue potenzialità, occorre lavorare più di quanto non si farebbe con un bimbo senza problemi: dunque necessita un superlavoro, precoce, intensivo e competente.
Ritirerei la licenza di lavorare a chi afferma che un bambino sia troppo piccolo per una valutazione logopedica. Comunque, per la precisione, la valutazione è foniatrica, e la terapia è logopedica. In ogni caso, non perda un solo giorno. Il futuro del suo bambino dipenderà soprattutto da quanto riuscirà a farlo lavorare per raggiungere abilità che la sua patologia, almeno potenzialmente, gli preclude.
Massimo Borghese
Riporto i contenuti di una mail che ho appena ricevuto nella posta privata, e relativa mia risposta:
Dott. Borghese, sono la mamma di un bambino down di tre anni, che tutti dicono essere intelligente e capace, ben stimolato dalla famiglia ma poi abbandonato da chi ha le competenze per correggere e stimolare correttamente. Mi scuso se sembra che mi stia lamentando ma non so che cosa fare quando mi sento dire queste cose e in particolare che è ancora troppo piccolo per una valutazione logopedica, che basta il lavoro della psicomotricista, la quale ha deciso che da gennaio a giugno non ha bisogno, tanto a scuola fa le stesse cose che farebbe con lui, scuola materna che non ha ancora trovato il tempo di condividere con me il PEI e che quindi non fa poi molto per aiutarlo a parlare. Lei cosa ne pensa? Devo aspettare o devo muovermi per non perdere tempo prezioso?
Mia risposta:
Penso che sia assurdo che ancora oggi si dica di attendere.
Se ci sono stati bambini Down che hanno avuto sviluppi cognitivi, comunicativi, verbali, comportamentali, sociali..., brillanti (e ce ne sono), è proprio perchè non sono state seguite politiche rinunciatarie e attendiste. Diciamolo sinceramente e chiaramente, ma soprattutto a fini costruttivi: il cervello di un bambino con sindrome di Down, è meno sviluppato, e dunque non dovrebbe essere difficile capire che per farlo evolvere più di quanto non gli concedano le sue potenzialità, occorre lavorare più di quanto non si farebbe con un bimbo senza problemi: dunque necessita un superlavoro, precoce, intensivo e competente.
Ritirerei la licenza di lavorare a chi afferma che un bambino sia troppo piccolo per una valutazione logopedica. Comunque, per la precisione, la valutazione è foniatrica, e la terapia è logopedica. In ogni caso, non perda un solo giorno. Il futuro del suo bambino dipenderà soprattutto da quanto riuscirà a farlo lavorare per raggiungere abilità che la sua patologia, almeno potenzialmente, gli preclude.
Massimo Borghese

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