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Angelo Branduardi - "Domenica e Lunedì", live 1996
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Angelo Branduardi - "Domenica e Lunedì", live 1996
Domenica e lunedì è il titolo di un album del 1994 di Angelo Branduardi.
Al contrario degli album precedenti in questo disco i testi vengono affidati oltre che a Luisa Zappa anche ad altri esponenti della musica leggera italiana. La strofa iniziale del brano di apertura è una breve poesia regalata a Branduardi da Franco Fortini; il testo è stato poi sviluppato dallo stesso Branduardi[1] e da Luisa Zappa.
(Fonte: Wikipedia)
A. Brandardi/L. Zappa Banduardi
No, non perdetelo il tempo ragazzi,
non è poi tanto quanto si crede;
date anche molto a chi ve lo chiede,
dopo domenica è lunedì.
Vanno le nuvole coi giorni di ieri,
guardale bene e saprai chi eri;
lasciala andare la gioia che hai,
un giorno forse la ritroverai.
Camminano le ore,
non si fermano i minuti;
se ne va,
è la vita che se ne va;
se ne va,
di domani nessuno lo sa.
Dopo domenica è lunedì.
No, non perdiamolo il tempo ragazzi,
non è poi tanto quanto pensate;
dopo l'inverno arriva l'estate
e di domani nessuno lo sa.
Camminano le ore,
non si fermano i minuti;
se ne va,
è la vita che se va;
se ne va,
dura solo il tempo di un gioco;
se ne va,
non sprecatela in sogni da poco;
Se ne va,
di domani nessuno lo sa.
Non si fermano i minuti,
dopo domenica è lunedì.
Camminano le ore
ed il tempo se ne va;
non si fermano i minuti,
di domani nessuno lo sa.
Dopo domenica è lunedì.
No, non perdetelo il tempo ragazzi,
non è poi tanto quanto si crede;
non è da tutti catturare la vita,
non disprezzate chi non ce la fa.
Vanno le nuvole coi giorni di ieri,
guardale bene e saprai chi eri;
è così fragile la giovinezza,
non consumatela nella tristezza.
Dopo domenica è Lunedì...
Notizie ed opere del Menestrello d'oltre Po, a cura di Claudio Fabretti:
http://www.ondarock.it/italia/angelobranduardi.htm
guardian angel- Millenium member
- Numero di messaggi : 3720
Data d'iscrizione : 29.09.10
Località : Toscana
"Confessioni di un malandrino" di Angelo Branduardi, 1975
e poi questo brano stupendo (poesia) che narra di ricordi e di relazioni del passato:
"Confessioni di un malandrino" è una canzone del 1975 cantata da Angelo Branduardi, contenuta nel suo secondo album La luna. Il testo è frutto di una traduzione e adattamento dello slavista Renato Poggioli (su musica dello stesso Branduardi) di una poesia del 1920 del poeta russo Sergej Esenin, intitolata Confessioni di un teppista (in russo Исповедь хулигана)
Il brano è stato ripubblicato nel 1980 nell'album Gulliver, la luna e altri disegni ed è contenuta nelle raccolte Collezione (1986)[1], Confessioni di un malandrino. Il meglio di Angelo Branduardi (1991) in versione remixata, Best Of (1992), Confesiones de un malandrin (1993) cantata in spagnolo, Studio Collection (1998), The Platinum Collection (2005).
Il rapper Caparezza nel suo primo album duetta con Angelo Branduardi nel singolo La fitta sassaiola dell'ingiuria, il cui ritornello è una campionatura di una strofa di Confessioni di un malandrino.
(Fonte: Wikipedia)
Accordi e testo
MI- SOL RE SOL SI7
Mi piace spettinato camminare col capo sulle spalle come un lume
MI- SOL DO SI7 MI-
così mi diverto a rischiarare il vostro autunno senza piume
SOL RE DO SI7
mi piace che mi grandini sul viso la fitta sassaiola dell'ingiuria
MI- SOL DO SI7 MI-
mi agguanto solo per sentirmi vivo, al guscio della mia capigliatura...
SOL RE SOL SI7
ed in mente mi torna quello stagno che le canne e il muschio hanno sommerso
MI- SOL DO SI7 MI-
ed i miei che non sanno di avere un figlio che compone versi
SOL RE DO SI7
ma mi vogliono bene come ai campi, alla pelle ed alla pioggia di stagione
MI- SOL DO SI7 MI-
raro sarà… che chi mi offende scampi alla punta del forcone.
MI LA- RE SOL
Poveri genitori contadini, certo siete invecchiati e ancor temete
SI7 MI- DO SI7
il Signore del cielo e gli acquitrini, genitori che mai non capirete
MI LA- RE SOL
che oggi il vostro figliolo è diventato il primo fra i poeti del paese
SI7 MI- DO SI7 MI-
ed ora in scarpe verniciate e col cilindro in testa egli cammina...
MI- SOL RE SOL SI7
ma sopravvive in lui la frenesia, di un vecchio mariuolo di campagna
MI- SOL DO SI7 MI-
ad ogni insegna di macelleria, alla vacca si inchina sua compagna
SOL RE DO SI7
e quando incontra un vetturino, gli torna in mente il suo concio Natale
MI- SOL DO SI7 MI-
e vorrebbe la coda del ronzino, regger come strascico nuziale.
SOL RE SOL SI7
Voglio bene alla patria, benchè afflitta di tronchi rugginosi
MI- SOL DO SI7 MI-
m'è caro il grugno sporco dei suini e i rospi all'ombra sospirosi
SOL RE DO SI7
son malato d'infanzia e di ricordi e di freschi crepuscoli d'aprile
MI- SOL DO SI7 MI-
sembra quasi che l'acero si curvi per riscaldarsi e poi dormire.
MI LA- RE SOL
Dal nido di quell'albero le uova, per rubare salivo fino in cima
SI7 MI- DO SI7
ma sarà… la sua chioma sempre nuova e dura la sua scorza come prima?
MI LA- RE SOL
e tu mio caro amico vecchio cane, fioco e cieco ti ha reso la vecchiaia
SI7 MI- DO SI7 MI-
e giri a coda bassa nel cortile, ignaro delle porte e dei granai.
MI- SOL RE SOL SI7
Mi sono cari i miei furti di monello quando rubavo in casa un po' di pane
MI- SOL DO SI7 MI-
e si mangiava come due fratelli, una briciola l'uomo ed una il cane.
"Confessioni di un malandrino" è una canzone del 1975 cantata da Angelo Branduardi, contenuta nel suo secondo album La luna. Il testo è frutto di una traduzione e adattamento dello slavista Renato Poggioli (su musica dello stesso Branduardi) di una poesia del 1920 del poeta russo Sergej Esenin, intitolata Confessioni di un teppista (in russo Исповедь хулигана)
Il brano è stato ripubblicato nel 1980 nell'album Gulliver, la luna e altri disegni ed è contenuta nelle raccolte Collezione (1986)[1], Confessioni di un malandrino. Il meglio di Angelo Branduardi (1991) in versione remixata, Best Of (1992), Confesiones de un malandrin (1993) cantata in spagnolo, Studio Collection (1998), The Platinum Collection (2005).
Il rapper Caparezza nel suo primo album duetta con Angelo Branduardi nel singolo La fitta sassaiola dell'ingiuria, il cui ritornello è una campionatura di una strofa di Confessioni di un malandrino.
(Fonte: Wikipedia)
Accordi e testo
MI- SOL RE SOL SI7
Mi piace spettinato camminare col capo sulle spalle come un lume
MI- SOL DO SI7 MI-
così mi diverto a rischiarare il vostro autunno senza piume
SOL RE DO SI7
mi piace che mi grandini sul viso la fitta sassaiola dell'ingiuria
MI- SOL DO SI7 MI-
mi agguanto solo per sentirmi vivo, al guscio della mia capigliatura...
SOL RE SOL SI7
ed in mente mi torna quello stagno che le canne e il muschio hanno sommerso
MI- SOL DO SI7 MI-
ed i miei che non sanno di avere un figlio che compone versi
SOL RE DO SI7
ma mi vogliono bene come ai campi, alla pelle ed alla pioggia di stagione
MI- SOL DO SI7 MI-
raro sarà… che chi mi offende scampi alla punta del forcone.
MI LA- RE SOL
Poveri genitori contadini, certo siete invecchiati e ancor temete
SI7 MI- DO SI7
il Signore del cielo e gli acquitrini, genitori che mai non capirete
MI LA- RE SOL
che oggi il vostro figliolo è diventato il primo fra i poeti del paese
SI7 MI- DO SI7 MI-
ed ora in scarpe verniciate e col cilindro in testa egli cammina...
MI- SOL RE SOL SI7
ma sopravvive in lui la frenesia, di un vecchio mariuolo di campagna
MI- SOL DO SI7 MI-
ad ogni insegna di macelleria, alla vacca si inchina sua compagna
SOL RE DO SI7
e quando incontra un vetturino, gli torna in mente il suo concio Natale
MI- SOL DO SI7 MI-
e vorrebbe la coda del ronzino, regger come strascico nuziale.
SOL RE SOL SI7
Voglio bene alla patria, benchè afflitta di tronchi rugginosi
MI- SOL DO SI7 MI-
m'è caro il grugno sporco dei suini e i rospi all'ombra sospirosi
SOL RE DO SI7
son malato d'infanzia e di ricordi e di freschi crepuscoli d'aprile
MI- SOL DO SI7 MI-
sembra quasi che l'acero si curvi per riscaldarsi e poi dormire.
MI LA- RE SOL
Dal nido di quell'albero le uova, per rubare salivo fino in cima
SI7 MI- DO SI7
ma sarà… la sua chioma sempre nuova e dura la sua scorza come prima?
MI LA- RE SOL
e tu mio caro amico vecchio cane, fioco e cieco ti ha reso la vecchiaia
SI7 MI- DO SI7 MI-
e giri a coda bassa nel cortile, ignaro delle porte e dei granai.
MI- SOL RE SOL SI7
Mi sono cari i miei furti di monello quando rubavo in casa un po' di pane
MI- SOL DO SI7 MI-
e si mangiava come due fratelli, una briciola l'uomo ed una il cane.
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