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Handicap, boom sospetto di certificati per bimbi stranieri
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Handicap, boom sospetto di certificati per bimbi stranieri
Posto qui l'articolo Gabriella, eventualmente postalo tu dove ritieni più opportuno:
"Press-IN
INCLUSIONE - INTEGRAZIONE - INFORMAZIONE
Rassegna stampa quotidiana sul mondo delle disabilità
Il Giornale.it del 16-01-2011
Handicap, boom sospetto di certificati per bimbi stranieri
Milano
Scuola
Handicap, boom sospetto di certificati per bimbi stranieri
Marta Bravi
Un insolito aumento dei casi certificati di handicap soprattutto in alcune province. Un aumento
dell’8% in un solo anno, che si traduce in 1.000 casi in più, da 26.739 del 2009/10 a 28.500 nel
2010/11 solo in Lombardia non può non saltare all’occhio. Soprattutto se in alcune province,
come a Brescia, i ragazzini disabili extracomunitari sono il doppio di quelli di cittadinanza
italiana. Il dato ha suscitato più di una perplessità negli uffici del direttore scolastico regionale
Giuseppe Colosio, che ha deciso di vederci chiaro, anche a fronte della difficoltà in vista delle
iscrizioni nel reperire insegnanti di sostegno specializzati, già quest’anno sotto organico di
2.000 professori, coperti da supplenti «generici».
La difficoltà di organico e il numero crescente di certificazioni si intersecano con un altro
problema, l’ingerenza della Asl, che «invece che limitarsi a certificare clinicamente i casi di
handicap, distinguendo tra gravi e nonspiega polemico Colosio - arriva anche a prescrivere il
numero di ore di sostegno didattico necessarie per ogni alunno, superando le proprie
competenze». Un conto è la certificazione clinica della disabi-- lità, che spetta all’Asl, un’altra
la valutazione didattica del tipo di sostegno e delle ore necessarie ad ogni alunno, che spetta
alla consulta regionale per l’handicap.
Il provveditore Colosio ha scritto agli assessori lombardi alla Famiglia, Giulio Boscagli, a
Istruzione e Lavoro, Gianni Rossoni e alla Sanità, Luciano Bresciani, chiedendo loro un
incontro per i primi di febbraio. Obiettivo: «Chiarire e definire in maniera univoca, in tutta la
regione, i criteri per la certificazione dell’handicap». A monte il «sospetto» sui numeri di
Brescia - il doppio di casi di handicap tra ex-- tracomunitari rispetto agli italaini -: situazioni di
disagio sociale fatte passare per disagio psicofisico per garantire insegnanti di sostegno a
ragazzini che magari non parlano bene italiano o manifestano disagi legati al contesto sociale o
famigliare, più che psicofisico, che implica un discorso di invalidità. È necessario che i criteri
siano uniformi tra province per poter assegnare serenamente le risorse, ovvero i docenti di
sostegno in base alle ore necessarie, evitando allo stesso tempo questioni spinose come il
ricorso al Tar dei genitori di 17 alunni disabili e dell’associazione Ledha, di qualche girono fa.
«Ciascuno mantenga le proprie competenzeil messaggio che Colosio consegna agli assessori
regionalinon ha competenze in materia didattica. La Asl non può permettersi di stabilire quindi
quante ore di sostegno sono necessarie a un alunno, stabilite dalla consulta di insegnanti. Le
Stampa articolo 17/01/11 23.15
http://pressin.comune.venezia.it/stampa.php?idarticolo=24718 Pagina 2 di 2
ore dedicate inoltre rappresentano solo un aspetto dell’integrazione, come prescrive la legge
104. Non si può pensare di garantire l’inclusione di uno studente con handicapripete Colosio -
semplicemente garantendo la copertura totale delle ore in classe con l’insegnante specializzato.
L’integrazione, invece, si gioca su diversi componenti, che sono l’insegnante della classe dove
è inserito l’alunno, l’insegnante di sostegno, i compagni di classe e il contesto di vita
complessivo della classe e della scuola».
Press-IN, servizio del Progetto Lettura Agevolata
del Comune di Venezia.
www.letturagevolata.it
"Press-IN
INCLUSIONE - INTEGRAZIONE - INFORMAZIONE
Rassegna stampa quotidiana sul mondo delle disabilità
Il Giornale.it del 16-01-2011
Handicap, boom sospetto di certificati per bimbi stranieri
Milano
Scuola
Handicap, boom sospetto di certificati per bimbi stranieri
Marta Bravi
Un insolito aumento dei casi certificati di handicap soprattutto in alcune province. Un aumento
dell’8% in un solo anno, che si traduce in 1.000 casi in più, da 26.739 del 2009/10 a 28.500 nel
2010/11 solo in Lombardia non può non saltare all’occhio. Soprattutto se in alcune province,
come a Brescia, i ragazzini disabili extracomunitari sono il doppio di quelli di cittadinanza
italiana. Il dato ha suscitato più di una perplessità negli uffici del direttore scolastico regionale
Giuseppe Colosio, che ha deciso di vederci chiaro, anche a fronte della difficoltà in vista delle
iscrizioni nel reperire insegnanti di sostegno specializzati, già quest’anno sotto organico di
2.000 professori, coperti da supplenti «generici».
La difficoltà di organico e il numero crescente di certificazioni si intersecano con un altro
problema, l’ingerenza della Asl, che «invece che limitarsi a certificare clinicamente i casi di
handicap, distinguendo tra gravi e nonspiega polemico Colosio - arriva anche a prescrivere il
numero di ore di sostegno didattico necessarie per ogni alunno, superando le proprie
competenze». Un conto è la certificazione clinica della disabi-- lità, che spetta all’Asl, un’altra
la valutazione didattica del tipo di sostegno e delle ore necessarie ad ogni alunno, che spetta
alla consulta regionale per l’handicap.
Il provveditore Colosio ha scritto agli assessori lombardi alla Famiglia, Giulio Boscagli, a
Istruzione e Lavoro, Gianni Rossoni e alla Sanità, Luciano Bresciani, chiedendo loro un
incontro per i primi di febbraio. Obiettivo: «Chiarire e definire in maniera univoca, in tutta la
regione, i criteri per la certificazione dell’handicap». A monte il «sospetto» sui numeri di
Brescia - il doppio di casi di handicap tra ex-- tracomunitari rispetto agli italaini -: situazioni di
disagio sociale fatte passare per disagio psicofisico per garantire insegnanti di sostegno a
ragazzini che magari non parlano bene italiano o manifestano disagi legati al contesto sociale o
famigliare, più che psicofisico, che implica un discorso di invalidità. È necessario che i criteri
siano uniformi tra province per poter assegnare serenamente le risorse, ovvero i docenti di
sostegno in base alle ore necessarie, evitando allo stesso tempo questioni spinose come il
ricorso al Tar dei genitori di 17 alunni disabili e dell’associazione Ledha, di qualche girono fa.
«Ciascuno mantenga le proprie competenzeil messaggio che Colosio consegna agli assessori
regionalinon ha competenze in materia didattica. La Asl non può permettersi di stabilire quindi
quante ore di sostegno sono necessarie a un alunno, stabilite dalla consulta di insegnanti. Le
Stampa articolo 17/01/11 23.15
http://pressin.comune.venezia.it/stampa.php?idarticolo=24718 Pagina 2 di 2
ore dedicate inoltre rappresentano solo un aspetto dell’integrazione, come prescrive la legge
104. Non si può pensare di garantire l’inclusione di uno studente con handicapripete Colosio -
semplicemente garantendo la copertura totale delle ore in classe con l’insegnante specializzato.
L’integrazione, invece, si gioca su diversi componenti, che sono l’insegnante della classe dove
è inserito l’alunno, l’insegnante di sostegno, i compagni di classe e il contesto di vita
complessivo della classe e della scuola».
Press-IN, servizio del Progetto Lettura Agevolata
del Comune di Venezia.
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